Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:42 min.

Tracklist

  1. JUST LIKE A REBEL
  2. CLUSTER BOMB
  3. I WANNA SEE YOU DIE
  4. TEACH ME
  5. BAD LITTLE KID
  6. GOODBYE SAIGON
  7. MOTEL WITH NO ROOM
  8. PISTOLERO
  9. AMONG THE DUST
  10. SKULL 11
  11. I KILL THE LAST MAMMUTH

Line up

  • Luca ‘Hellbastard’ Peirone: vocals, guitar
  • Gianluca ‘Lacrimas’ Fruttero: bass
  • Paolo ‘Bullet’ Busso: drums

Voto medio utenti

Bikers e rockers per vocazione e passione, i No-Chrome di Cuneo tornano ad allietare le orecchie e a stimolare le fantasie “stradaiole” dei molti estimatori del settore con un disco tanto “prevedibile” quanto ben fatto.
Eh, già perché se è vero che quello dell’hard rock n’ roll grezzo e punkizzato è uno dei linguaggi maggiormente utilizzati nelle cantine e nei garage di mezzo mondo, è altrettanto evidente che riuscire a riproporre in maniera credibile questa miscela di ruvida, elettrizzante ed orecchiabile materia sonora, condendola delle immancabili storie di alcol, motori, donne “facili”, suggestive lande desertiche e improbabili banditi, all’insegna del classico “born to be wild”, non è impresa semplicissima, in particolare se si è nati ben lontano dagli scenari più consoni a tale immaginario.
Molto più agevole, invece, giunti all’esplicativa prova d’ascolto, è il comprendere se la band in questione esprime un sentimento sincero, se si sta divertendo e se si appresta a divertire, magari sulle assi traballanti del palco di un poco raccomandabile club di lap-dance (nelle Langhe, oltre al buon vino, c’è anche ‘sta bella robetta, evidentemente …), gli astanti che condividono la predilezione per siffatte “dissolute” forme d’intrattenimento.
Ebbene, “Carburator” (“interessante” grafia, tra l’altro …) che arriva dopo l’Ep “Among the dust”, dal quale viene ripresa l’adrenalinica “Skull 11″, non faticherà troppo a convincervi della “buona fede” e delle competenze specifiche dei suoi autori, incapaci (e probabilmente poco interessati!) ad offrire qualcosa di “nuovo” ma piuttosto abili nel rendere comunque piacevole e dilettevole qualcosa di “già sentito” un milione di altre volte.
Così, se vi piacciono gli AC/DC, i Motley Crue, i Motorhead, gli ZZ Top e i BLS, e poi ancora i Little Caesar, i Guns n’ Roses e lo scan-rock più sanguigno, i vostri sensi finiranno per arrendersi e stimolare il “sederino” a muoversi al ritmo di “Just like a rebel” (un pezzo che inizia con gli effetti di un flipper non può fallire …), “Cluster bomb”, “I wanna see you die”, “Teach me” (oibò, ma la signorina cos’ha? Mica si sentirà “male”? … Con tutti quei gemiti …) o scuotere il testone con la granitica "Among the dust” e con la canicolare "I kill the last mammuth”, forse il brano maggiormente riuscito dell’albo, gratificato da un vibrante afflato hard-blues.
Per gli animi “romantici” e sensibili arriva, infine, una discreta “Goodbye Saigon”, a completamento di un “manuale” rispettato con rigore, abnegazione e un’opportuna dose d’ispirazione, per un gruppo da promuovere con ampio margine e tuttavia anche senza affidarsi ad esuberanti apologie, riservando eventuali ulteriori favorevoli considerazioni dopo un’avvalorante (ed attesa) “prova live”, inevitabilmente l’ambiente davvero “naturale” per ogni implacabile rock n’ roll outlaw pienamente meritevole di tale prestigioso appellativo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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