“
Malevolent Rapture. In Memory of” è la riedizione del primo album degli olandesi
Legion of the Damned. La ristampa, arricchita da un Dvd e da alcune bonus track, esce a quasi un anno di distanza dalla scomparsa del bassista
Twan Flauren, morto suicida il 21 maggio scorso alla cui memoria viene dedicata.
Per chi già conoscesse i
Legion of the Damned (o la loro prima incarnazione, gli
Occult), questo album non sarà certamente una sorpresa. La proposta è sempre la stessa: chitarre spesse e riff granitici suonati al fulmicotone, batteria pestatissima e vocals violente e maligne. Insomma, Thrash/Death di qualità, senza compromessi, diretto, zero fronzoli o inflessioni melodiche.
L'album, prodotto dalle sapienti mani di
Andy Classen, non spicca certo per originalità. Le influenze dei mostri sacri del genere sono più che marcate (andatevi a sentire l'inizio di “
Bleed for me” praticamente identico all'intro di “
Hell Awaits” degli
Slayer), i brani sono strutturati su giri già sentiti centinaia di volte e, nonostante tutto, quest'album spacca letteralmente il culo. Non è facile mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore con canzoni che di per sé non hanno nulla di speciale, se non il fatto di rimanere inchiodate in testa sin dal primo ascolto. In “
Malevolent Rapture” sono inclusi alcuni tra i cavalli di battaglia del gruppo, quali “
Werewolf Corpse”, “
Legion of the Damned”, la slayerana “
Bleed for me” e anche una sorta di auto-cover, “
Killing for recreation”, brano tratto dall'album del 2001 “
Rage of Revenge” degli
Occult.
La scelta delle bonus track è, invece, alquanto discutibile. A parte un remix della title track, il resto delle tracce sono tutte tratte dal già citato album degli
Occult. Non si tratta però di versioni demo che avrebbero, magari, potuto attirare l'attenzione dei fans, ma proprio di brani copiati e incollati. Sul serio, non ne comprendo l'utilità.
Decisamente più interessante il dvd, contenente diverse chicche, tra cui alcuni video clip, varie riprese del 1999 e un tributo al compianto bassista
Twan Flauren.
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