Ogni volta che i Vader mettono piede in uno studio di registrazione tutti sanno come andrà a finire: la solita e ben accetta colata di intransigente Death Metal. Anche stavolta la band non si tira indietro e a tre anni dal precedente Impression In Blood si rifà avanti con questo Necropolis, un album che nulla aggiunge e nulla toglie alla loro discografia. Il trademark dei Vader è ormai inconfondibile con quei riff apocalittici che non disdegnano qualche puntatina nel Thrash Metal più morboso e marcio di fine anni 80, per non parlare del cavernoso growl di Peter dietro al microfono. Si potrebbe cadere nell'errore di pensare che questi ragazzi pubblichino dischi solo per una mera questione commerciale, eppure la loro devozione alla causa è di quelle più profonde e sentite. Ascoltare ogni volta il loro modo di aggredire risulta sempre piacevole, soprattutto grazie ad una vena creativa che pare essersi assestata su livelli più che discreti. Stavolta il turno di annichilire tutto e tutti passa attraverso canzoni come Devilized, Rise Of The Undead, Dark Heart, ma anche Anger e la conclusiva When The Sun Drowns In Dark non sono da meno. Il loro procedere nella storia è diventato come una catena di montaggio: disco, tour, disco, tour... ma tutto questo pare non scalfire la loro perseveranza nel portare avanti un discorso che ormai si è consolidato nell'immaginario di tutti gli appassionati del Death Metal. Necropolis è l'ennesimo buon disco dei Vader e sicuramente saprà farsi apprezzare per la sua semplicità.