Questa formazione vicentina ha una caratteristica abbastanza particolare: è composta da una decina di persone, fatto poco consueto, ma produce musica in qualche modo “minimalista”. Si tratta di un dark/doom metal sperimentale, che pone l’accento sulle atmosfere meste e decadenti.
Brani lenti e rarefatti, introduzioni pianistiche malinconiche, ricerca di sonorità alternative, ma anche improvvise eruzioni chitarristiche (The gift of hate), tempi più cadenzati ed una voce luciferina di estrazione black metal. Il gruppo riserva grande importanza anche agli aspetti tematici, con liriche introspettive e filosofiche sempre orientate verso una visione oscura dell’esistenza.
C’è qualche buona idea ed alcuni spunti positivi, ma nel complesso il risultato lascia a desiderare. Forse i The Insane si sono posti obiettivi troppo ambiziosi, perlomeno per il momento. Non è per nulla facile sostenere un intero album utilizzando ampie pause, silenzi, note eteree, tonalità soffuse, sollecitazioni emozionali, senza scivolare nella frammentazione e poi nel tedio. I passaggi musicalmente concreti risultano troppo distanziati e brevi, per irrobustire la consistenza del lavoro. Un po’ come prendere i Type Zero Negative più funerei e diluirli ulteriormente. Posso sbagliarmi, ma non credo ci sarebbe la coda per ascoltarli.
Comunque, è ovvio che se si crede fermamente in un progetto, sia lecito portarlo avanti. Magari dando maggior spazio alle impennate solistiche della chitarra, decisamente ispirate.