Sono un grande estimatore dei Night Ranger.
Li considero (come moltissimi dei
melodic maniacs alla lettura, almeno credo e spero …) uno dei capisaldi dell’
hard adulto, capace di installare autentiche pietre miliari del calibro di “Dawn patrol”, “Midnight madness”, “7 Wishes” e “Big life” (ma anche “Man in motion”, una volta superata la delusione per la “defezione” di Alan Fitzgerald, non era affatto male …) nel fertile suolo
ottantiano del genere.
Grazie all’eccellente “Somewhere in California”, arriva poi la recente conferma che certe attitudini non vanno disperse nel tempo e che, se il “mondo” della musica è ancora (o “di nuovo” …) pronto a “riceverle” con un’adeguata benevolenza, esse possono continuare a far risplendere la stella del
Ranger della Notte anche nel congestionato firmamento discografico del terzo millennio.
Adoro, altresì, i due dischi dei Damn Yankees, un
supergruppo in grado di nutrire le fantasie di chi ama queste autorevoli collaborazioni e al contempo di cancellare le perplessità di quelli che pur apprezzandole dubitano istintivamente sulla loro effettiva spontaneità.
Denominatore comune delle due rigogliose situazioni artistiche è Mr.
Jack Blades, uno di quei nomi per cui, visti i presupposti appena descritti, l’attenzione si scatena in forma cospicua e vagamente
ansiogena ogniqualvolta lo si sente citato per qualche collaborazione o nuovo progetto.
Se la cooperazione con Tommy Shaw (degli Styx, per gli “sbadati”, nonché uno dei quattro favolosi
Dannati Americani …) era stata abbastanza soddisfacente (sebbene non propriamente esaltante, invero …), meno efficace si era rivelato il primo lavoro solista del nostro Blades, forse un po’ troppo dispersivo per conquistare senza appello i suoi fedeli ammiratori.
Al secondo tentativo, però, rappresentato da questo “Rock ‘n’ roll ride”, le cose cambiano in maniera significativa e sembra quasi che la rinnovata verve compositiva e solarità (tipicamente californiana …) recuperata nell’ultimo albo dei Night Ranger si sia trasposta all’interno del programma di questo prodotto vibrante e spumeggiante, la prova schiacciante di una ritrovata vena ispirativa al tempo stesso graffiante e accattivante.
A ben vedere la migliore “chiave di lettura” del
full-length la offre direttamente il suo titolo: il Cd targato Jack Blades, ma in cui ritroviamo anche i suoi attuali
partners in crime dei Night Ranger, propone una sorta di corroborante
cavalcata nell’arte melodica statunitense, iniettata di sano e solido
rock n’ roll, palpitante, appassionato, “classico”.
Auspicavate, un po’ come il sottoscritto, qualcosa di meglio del
solo album del 2004? La frizzante opener “Back in the game” dimostra immediatamente che questo “ritorno” ha senz’altro una marcia in più.
Cercate qualcosa di più cadenzato, granuloso e altrettanto trascinante? La
title-track vi farà muovere il “sederino” con classe e anche la più affabile "Love life” non deluderà le aspettative.
Vi piacciono le melodie di grande suggestione emotiva? Affidatevi alle vagamente Waite-
esque “Born for this” e "Hardest word to say” e non vi pentirete della scelta.
Preferite qualcosa di maggiormente “tradizionale”, che possa evocare in qualche maniera Tom Petty, Bruce Springsteen, Beatles, Faces e Rolling Stones? Ci sono “Anything for you” (a cui partecipa Robin Zander dei Cheap Trick), il tocco psichedelico di "West Hollywood”, "Don't give up” e “Hey now”, con quest’ultima che non sarebbe stata troppo “fuori posto” nemmeno se inserita nel repertorio di Quireboys o The Black Crowes.
Ai meno “attenti” consiglio, inoltre, “Say you will” e “Rise and shine”, gratificate da ritornelli impossibili da non notare.
Alla luce dei fatti sopra esposti, proprio come la simpatica copertina dell’opera sembra lasciar intendere, “Rock ‘n’ roll ride” è degno della “storia” di Blades e il suo (ipotetico, mi sa, almeno per il momento …)
concert pass merita di figurare senza eccessivi “complessi d’inferiorità” tra tanti prestigiosi consimili … un ottimo lavoro da consumare mentre (
ehm, …) sfrecciate sulle
highway delle vostre città, perfetto anche per immaginare di farlo quando invece siete fatalmente imbottigliati nel nostro più
ordinario traffico metropolitano …
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