Dopo tre anni dall'ultimo lavoro da solista, "Shine On", dopo un matrimonio e un figlio, Jhonny Lima ricompare tra noi con "Made In California". L'aggettivo che meglio descrive questo cd è di sicuro "divertente". Undici pezzi per una durata complessiva di poco più di trentasette minuti il cui obiettivo è divertire gli ascoltatori: Lima riesce benissimo nel suo intento con questo glam/pop/hard rock onesto e senza troppe pretese. Il californiano rocker suona da se quasi tutti gli strumenti (eccezione fatta per la batteria affidata purtroppo al programming), avvalendosi di un paio di chitarristi aggiuntivi e di un corista che saltuariamente contribuiscono alle incisioni. I cori non sono mai esagerati e Lima non pretende di sembrare un asso delle sei corde, evita di lanciarsi in assoli improbabili e riesce a dare il giusto spazio a voce e strumenti.
Se Def Leppard, Autograph e Bryan Adams sono tra le principali influenze del biondo cantante-chitarrista, Bon Jovi occupa il gradino più alto sul podio come maggiore fonte d'ispirazione dell'intera opera Limiana. La sua voce è incredibilmente simile a quella dell'eroe del New Jersey, e sorprendentemente la cosa non crea alcun effetto negativo. Lima è ben lontano dall'essere un semplice clone di Bon Jovi e sa gestire la sua musica in modo del tutto autonomo. La title-track apre l'album con le sue chitarre graffianti sostenute dalle tastiere, il motivo è accattivante e di facile presa. Ancora tastiere e chitarre nell'intro di "Best Night Of My Life" che purtroppo col ritornello scade nella banalità tanto da risultare in alcuni momenti leggermente fastidiosa. Gli anni '80 fanno capolino nella successiva "The Chosen One" che tenta di assumere un tono vagamente più serio rispetto alle precedenti tracce con la voce di Lima che veste i panni del rude seduttore. Il tono ritorna leggero e spensierato con "Go On, Go Away", cori da stadio e tastiere, il ritornello si lascia canticchiare piacevolmente ed è facile ricordarlo. "We' Ve Got Tonight" è la prima ballad, sicuramente il pezzo più spudoratamente Bon Jovi, a metà strada tra "Always" e "Livin' On A Prayer". Comunque uno dei momenti meglio riusciti dell'album, grazie anche all'effetto solenne donato dall'organo e dall'arrangiamento orchestrale. Segue "Another Girl", pezzo veloce e di facile ascolto in cui Lima canta la frustrazione causatagli da una fanciulla che gli preferisce un'altra fanciulla. Cose che capitano...
Ottima la cover in chiave street-rock della celeberrima "Help" dei Beatles, non una mera imitazione ma una interpretazione piena di trovate personali. Le successive "Love Ain't Enough", "Something About You" e "Where Are You Now" seguono la struttura dell'album, sono tre brevi mid-tempo costruiti attorno a un ritornello orecchiabile senza particolari finezze stilistiche ma tutto sommato di piacevole ascolto. Chiusura in bellezza con "Welcome To My Paradise" in cui il gioco di tastiere sostiene un ritornello più adulto rispetto ai precedenti.
"Mate In California" non è di sicuro un disco geniale o un capolavoro strumentale ma è perfetto per chi voglia distrarsi e godersi un po' di musica divertente e poco impegnativa ma comunque di un certo livello.
Astenersi amanti dei virtuosismi e dei tempi dispari.
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