Gli
Aura Noir, una sorta di Dream Team del metal norvegese, sono uno dei pochissimi gruppi estremi che, da sempre, gode del rispetto incondizionato da parte dei fans… E questo non solo perché hanno, se non inventato, quanto meno perfezionato e portato ai massimi livelli un genere, il black/thrash, nei primi anni ’90 (e non è un caso che il loro primo album si chiami proprio “Black thrash attack”), ma anche, e forse soprattutto, per la coerenza stilistica e attitudinale che fin dal primo album hanno dimostrato di possedere. E questo ultimo “Out to Die” non è certo da meno… La formula è sempre la stessa, collaudata e migliorata nel tempo: un ferale thrash metal, tinto di oscure trame black metal, che non lascia assolutamente scampo. Otto brani per poco più di mezz’ora, uno più veloce e feroce dell’altro, con Apollyon e Aggressor che si alternano, come da tradizione, alla voce (e anche a basso, chitarra e batteria), sottolineando, ulteriormente, la violenza dei pezzi grazie a prestazioni vocali al vetriolo. E a marcare ancora di più le intenzioni dei nostri, ecco una produzione volutamente nineties, senza fronzoli e stupidaggini inutili, soltanto tanta sostanza, con un suono grezzissimo e scarno, atto ad enfatizzare ancora di più i riff dei nostri, anch’essi spiccatamente retrò. Non è un album per gli amanti delle innovazioni questo “Out to Die”, visto che di soluzioni innovative non ve n’è traccia. Gli Aura Noir fanno semplicemente quello che gli riesce meglio, e cioè devastare le nostre orecchie con violenza pura. Dopo l’ottimo disco dei Goatwhore di qualche mese fa, il malefico trio vuole dimostrare ai fans di essere ancora in grado di competere a testa alta con chi cerca di strappargli il trono, infilando una sequela di brani che non lasciano respiro. La veloce “Abbadon”, “Withheld”, l’opener “Trenches”, filano via come proiettili impazziti. C’è spazio anche per un episodio più blackettoso, la tetra “The Grin From The Gallows”, prima che, nella seconda parte del disco, si torni a pestare duro e alla cieca, con “Deathwish” una spanna sopra tutti gli altri brani… C’è poco altro da aggiungere… Apollyon, Aggressor e Blasphemer sono più in forma che mai e sono sicuro che gli amanti di queste sonorità avranno di che godere durante l’ascolto di “Out to Die”. Un altro tassello importante va ad incastrarsi nel mosaico estremo di questo inizio 2012, che alla fine di Marzo ha già piazzato 4-5 uscite di rilievo che finiranno di diritto nelle poll di fine anno di ogni writer estremo che si rispetti. E “Out to Die”, certamente, ne farà parte…
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