Copertina SV

Info

Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. HOLLOW OUT - CHAOSBORN
  2. BLACKMENSION
  3. ALIVE... COLD... DEAD!
  4. CAVALCADE
  5. PASSING MOMENT OF TWILIGHT TIME
  6. THE DAY WHEN THE SUN FADED AWAY
  7. MY BLOOD STAINED PATH
  8. POST MORTEM
  9. MORNING CRIMSON
  10. ESKHATA
  11. COLDBOUND
  12. LOST IN BITTERNESS
  13. PIMEÄ YÖ
  14. KUOLON TANSSI
  15. BORN TO BE MY BABY (BON JOVI COVER)

Line up

  • Riku Hopeakoski: Guitars
  • Mikko Hepo-oja: Bass
  • Juha-Matti Perttunen: Vocals
  • Toni Qvick: Drums, clean Vocals
  • Sauli Jauhiainen: Guitars
  • Jussi Sauvola: Keyboards

Voto medio utenti

Una carriera in "ritardo" quella dei finladesi Catamenia.

All'inizio autori di un melodic symphonic black metal quando Dimmu Borgir e compagnia suonante avevano già detto tutto, poi interpreti di un suono epico e nordico vicino all'heavy più classico quando Ensiferum e la marea di gruppi viking avevano già scritto lo scrivibile.
Eppure i nostri hanno inciso, finora, dieci album e, se è vero che nessuno li cita tra le proprie influenze o tra i propri ascolti, è anche realtà che qualcuno li fuori li deve pur seguire.
Ecco allora che per non farsi mancare niente Riku Hopeakoski e soci rilasciano oggi questo "The Rewritten Chapters" , con il solito lupo in copertina, che altro non è se non una raccolta di brani ri-registrati estratti da tutti i loro lavori, testimonianza, quindi, della loro evoluzione e del loro modo di suonare mai troppo estremo o troppo melodico.
Una sorta di "best of" potremmo dire, con in più la caratteristica di un suono "nuovo" frutto, come ricordato, di una nuova incisione dei brani.
Cosa possiamo aggiungere a proposito di questo lavoro?
Chi conosce i Catamenia e vuole avere tutto dei nostri dovrebbe comprare l'album, al cui interno troverà anche una cover di Bon Jovi (!), chi invece non li conosce, credo la maggior parte di voi, e volesse avere una visione di insieme, potrebbe optare per questa release piuttosto che ripercorrere tutta la loro discografia.

Io, che segretamente gli ho sempre apprezzati (ma non ditelo in giro!), torno a sentirmi "Eskhata".
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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