Ne è passato di tempo da quando lasciò Venezia e i Dark Lord (1986) per cercar fortuna in USA, in un periodo di massimo splendore per i virtuosi della sei corde (Malmsteen, Vinnie Moore, Mac Alpine), ora Alex ritorna un po' alle sue "radici" classiche (si diplomò al conservatorio di Verona) in questo secondo di tre tributi ai grandi compositori come Bach (il cd precedente), Mozart e Beethoven ( la prossima uscita). A differenza di quanto fatto da Malmsteen con "Millenium Suite" o più recentemente da Uli John Roth, qui Masi usa esclusivamente la chitarra classica acustica, aiutato dal contributo orchestrale della Stuttgart Symphony Orchestra, e mai come ora il suo stile e il modo in cui ha riarrangiato i 7 brani nel passaggio dal piano alla chitarra è risultato così convincente. Niente "elettricità chitarristica" e batterie, dunque, ed acquisto obbligato per tutti gli "addetti ai lavori" nel settore chitarristico, gli altri potranno trovarlo un po' noioso.
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