Copertina 7,5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2004
Durata:37 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE ICEMAN COMET
  2. THE KINGDOM OF TITUS (TRIBUTE)
  3. DANCE WITH THE DEVIL
  4. HURRICANE
  5. CRUSHING DAZE
  6. DESTRUCTION
  7. JUDGEMENT DAY
  8. PUNK
  9. PROPAGANDA MIND
  10. THE WRITING'S ON THE WALL

Line up

  • Curtis Skelton: vocals
  • Chris Impellitteri: guitars
  • Glen Sobel: drums
  • James Pulli: bass

Voto medio utenti

Gradito ritorno per il virtuoso chitarrista Chris Impellitteri ultimamente sempre a metà tra il sound classico e quello moderno. La vera novità di questo album è la presenza dietro al microfono di Curtis Skelton degno erede dei suoi predecessori Graham Bonnet e Rob Rock. Il cantato di Skelton è pungente, aggressivo e impostato su tonalità alte, e nell'insieme lo trovo avvincente e decisamente adatto al contesto speed-trash-neo classic metal in cui si muove "Pedal To The Metal". Mentre il guitar-playing di Impellitteri (che è anche produttore dell'album) è, come sempre, preciso e veloce nei solos e granitico nei cattivissimi riffs proposti. La sezione ritmica formata da Glen Sobel e James Pulli, rispettivamente batteria e basso, unisce precisione e potenza conferendo all'album la giusta dose di energia.
La song di apertura "The Iceman Comet" è un degno tributo ai mitici eightes, anni a cui Impellitteri è rimasto indelebilmente legato musicalmente; riffs spaccaossa, solos neo-classici veloci e stridenti: praticamente Impellitteri in carne ed ossa! Davvero avvincente il mid-tempo quasi Maideniano di "The Kingdom of Titus", song dal ritornello melodico dettato dalla voce altissima e trascinante di Skelton. Altro tuffo nel metal eighties era con "Dance With The Devil", song introdotta da un lugubre solo di Impellitteri e da una macabra voce. Atmosfera che viene spezzata da un riff dinamico e potente e dalla voce di Skelton, veramente a suo agio su questi refrain. Ci sono effettivamente alcuni pezzi più melodici di altri che sfociano quasi nel nu-metal come nel caso di "Hurricane" e "Propaganda Mind", ma senza perdere quella intrisa connotazione di sano metal; la prima addirittura sembra a metà strada tra il sound del mitico "Symbol Of Salvation" degli Armoired Saint e le ultime uscite dei POD.
Impellitteri sa comunque ancora stupirci ed emozionarci, basta ascoltare quella gemma intitolata "Destruction", song dai diversi cambi di tempo che passa da ritmi vertiginosi e super-veloci a parti lente arpeggiate con la voce di Skelton che da ossessiva diventa più flemmatica e riflessiva. Da segnalare in questa song alcuni riffs davvero eccezionali, trademark indiscutibile di Impellitteri, che si ripete anche nella successiva "Judgement Day", song power-trash, in cui i riffs si fanno ancora più pesanti e i suoi sweep neo-classici hanno delle accelerazioni incredibili. In "Pedal To The Metal" Impellitteri si cimenta in un esperimento post-punk elettronico dove, sinceramente, l'unica cosa che si salva sono un paio di suoi assoli. Episodio, a mio avviso, evitabile.
A chiudere l'album la bellissima "The Writing's On The Wall" il cui inizio ricorda la spettacolare "Spirit Crusher" dei Death, le linee vocali sono entusiasmanti nel loro incedere e particolarmente evocative. Il finale poi è tutto per Chris che chiude alla grande con incalzanti scale neo-classiche.
Artwork a cura di Derek Riggs, noto per i suoi lavori con gli Iron Maiden, a dir poco orribile!
"Pedal To The Metal" è un buon album nell'insieme: è suonato in modo divino da quattro grandi musicisti ed è spontaneo, caratteristica che molte bands dovrebbero imparare da Chris Impellitteri e farne tesoro.
Onore ad un artista che nel corso di anni di cambiamenti, variazioni sul tema e falsi proclami ha sempre avuto la forza e il coraggio di credere nell'heavy metal e di mantenere ben salde le sue posizioni musicali.
Inossidabile.
Recensione a cura di Emanuele Goffo

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 feb 2009 alle 14:27

La canzone "The Kingdom Of Titus", definita nella recensione mid-tempo maideniano e' clamorosamente uguale alla canzone "Pinball Map" degli In Flames! Magari e' un tributo volontario al gruppo svedese, chi ne sa qualcosa?

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