Buon debutto per gli italiani Signs Preyer, band di Orvieto attiva dal 2006 con alle spalle importanti collaborazioni live e tanta gavetta.
Il sound del combo italiano è influenzato da tantissimi generi diversi ed è difficilmente etichettabile: sostanzialmente si tratta di stoner, ma con elementi classic, hard rock, southern, alternative e grunge, probabilmente frutto di un songwriting sviluppato negli anni e non concentrato in pochi mesi. Il disco risulta piacevole nella sua interezza, pur risentendo di una produzione ampiamente sufficiente ma non perfetta, anche se sicuramente è possibile evidenziare qualche episodio maggiormente degno di nota: l’opener
Anger, Hell e
Killer Instinct, oltre alla bella song omonima posta come bonus track in chiusura dell’album, ideali da ascoltare per farsi un’idea della proposta dei Signs Preyer.
Se mi è consentito un consiglio, dopo un debutto in cui avete mostrato tutto ciò che sapete fare, sarebbe meglio concentrarsi verso una direzione musicale precisa, in modo da acquisire personalità e riconoscibilità, indispensabili per fare il passo avanti più importante. Le potenzialità ci sono tutte e si sentono, dunque buon lavoro!
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