Il perfetto incontro tra Ebm, Industrial e Metal, questo è in sintesi l’album di debutto dei
Melt, band nata in Norvegia e trasmigrata in Canada. “
Emissions Of Hypocrisy” è il disco che i
Ministry non sono riusciti a fare col loro ultimo mediocre “
Relapse”.
Prendete la band di
Al Jourgensen dei tempi migliori e spruzzatela a piacimento con
Nine Inch Nails, un pizzico di
Marilyn Manson delle origini, qualche chitarrone tra
Rammstein ed
Herrschaft, senza mai arrivare alla deriva vetriolica dei
Fear Factory, mixate tutto con suoni algidi e cibernetici, per intenderci alla maniera di “
Remanufacture”, ma con un suono molto più definito, asciutto e roboante, e per questo più omogeneo.
Se i paragoni vi sembrano esagerati dovreste sapere che dietro i
Melt si celano in primis
Sebastian Komor, già nei seminali
Icon Of Coil ed abile remixer (ha partecipato ai remix di “
Frozen” dei
Crowhead), e
Adrian White e
Rhys Fulber, già negli altrettanto seminali
Front Line Assembly.
Il DNA non mente e per 44 minuti si viene travolti da un’orgia di beat e suoni silicei, strutture musicali che rispondono a regole di matematica binaria, servite da tutta una serie di diavolerie elettroniche e digitali che trasportano l’ascoltatore in un mondo abbagliante e asettico.
Capita di ballare al ritmo di “
Sleepwalker” e "
Worm" ma più sovente si viene annientati dalla furia iconoclasta di pezzi come “
Everything Is Dead”, “
The Worlds Is On Fire” e “
Crush”. In generale c’è da sottolineare che il disco è duro, quindi l’elettronica quasi mai ammorbidisce i pezzi, anzi spesso fornendo loro l’’hype necessario per spaccare.
Cosa gli manca per essere un capolavoro assoluto? Tre cose.
La prima è il tempo. Questo disco è moderno ma non innovativo.
La seconda riguarda l’assenza di un vero e proprio hit che possa proiettare il disco nelle charts.
La terza è un pizzico di malattia sonora in più, di dark sound magari frutto di deflagranti inserti di white e harsh noise.
Per il resto questa è musica eccitante, adrenalinica, orgasmica, effervescente, incendiaria! Una vera botta di vita!
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