Ad essere proprio sinceri, l'unica caratteristica che realmente distingue i Velocity da decine di gruppi dello stesso tipo è l'utilizzo dell'idioma Greco in numerosi brani. La formazione Ateniese alterna infatti testi in Inglese ad altri nella propria lingua, tutti ugualmente eruttati dalla voce pesantemente ringhiante del cantante Havoc. Per il resto siamo di fronte al solito onesto hardcore metallizzato vecchia scuola ottantiana, eseguito con la dovuta ed indispensabile indole combattiva e barricadera. Zero novità ma buon tiro aggressivo e compatto, altrettanto dignitosi gli inni da battaglia sui quali sono costruite le canzoni. Roba semplice, dura, incazzata, con quel retrogusto thrash nei tempi più schizzati e violenti, grinta a fiumi e tecnica essenziale, un copione che si ripete inalterabile sin dalle sue origini.
Dalle poche liriche comprensibili (a meno di aver studiato il Greco..) si intuisce l'inevitabile militanza anti-sistema, anti-capitalismo, anti-dittatura delle multinazionali, anti-militarista, anti-Bush, anti-Sharon, anti-un po'di tutto, rimasta immutata in questo genere da vent'anni, indifferente agli sviluppi ed ai cambiamenti socio-politici avvenuti nel frattempo.
Detto questo non c'è davvero altro da aggiungere sulla proposta dei Velocity, formazione di settore né meglio né peggio di tante altre in un campo dove gli schemi sono pietrificati e dove gli appassionati tendono a respingere qualsiasi novità, in cambio della pretesa di un atteggiamento fieramente guerrigliero che esprima innanzitutto onestà d'intenti. Sulla sincerità del gruppo Ellenico non nutro alcun dubbio, quindi se vi piacciono Agnostic Front e compagnia potete incamerare anche i Velocity nella vostra collezione.
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