Con i
Trioscapes arriva un’insolita proposta per le nostre pagine a cui è doveroso ritagliare uno spazio. Cominciamo dal fatto che in questo album strumentale non troverete neanche l’eco di un riff di chitarra, sostituita in questo caso da un sassofono tenore. Ma prima di storcere il naso scendiamo nei dettagli di questa nuova azzardata scommessa della Metal Blade.
Si tratta di un prog rock realizzato in puro stile anni ’70 che presenta un’accesa tendenza al rock psichedelico mentre il ruolo interpretato del sassofono gli conferisce un forte tono jazz; anche se quest’ultimo a un ascolto superficiale risulta il vero protagonista di questo disco grazie ai virtuosismi dominanti e a un suono pieno che riesce a invadere l’ambiente, provando a concentrarsi su quanto realizzato dal duo basso-batteria, si nota che il grosso del lavoro lo fanno proprio loro e una volta messa a fuoco l’attenzione si potrebbe anche azzardare che il sax sia quasi superfluo (almeno in alcuni brani). In
"Gemini’s Descent", l’ultimo pezzo, invece il sax è sostituito dal flauto: se vi sono venuti in mente i Jethro Tull toglieteveli dalla testa!
Sei pezzi di media durata con l’eccezione della title-track che supera abbondantemente gli undici minuti; tuttavia occorre sottolineare che oltre ad essere già destinato a un target di ascoltatori abbastanza di nicchia risulta inoltre abbastanza impegnativo e l’ascolto alla lunga non dico sia noioso, ma comincia a mostrarsi pesante a causa di un approccio troppo tecnico.
Inconsueto e tutto sommato ben fatto, magari
Separate Realities ha buone possibilità di trovare consensi tra gli amanti del rock d’altri tempi ma dubito che tra i fedelissimi dell’heavy possa ottenere i medesimi risultati… in ogni caso vi consiglierei: toccata e fuga!
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