Esattamente in mezzo tra il passo falso di
Phoenix e il convincente
Omega, ecco arrivare XXX, terza fatica dei riuniti
Asia (ancora in formazione originale con John Wetton, Steve Howe, Geoff Downes e Carl Palmer). In mezzo perché non tutto arriva ai livelli di Omega, ma anche quando l’efficacia cala rimane al di sopra della mediocrità di Phoenix. In mezzo perché quasi metà disco la cancellerei senza troppi rimpianti, mentre con Omega tutto mi sembrava al proprio posto, intoccabile e perfetto.
L’ascolto dell’opener
Tomorrow The World dovrebbe bastare a farvi capire dove voglio andare a parare: il difetto di questo disco è che troppi pezzi suonano forzati, scontati, mancando totalmente o parzialmente di quella forza dirompente che solitamente sono in grado di sprigionare le pennellate di classe degli Asia. Alla fine, i pezzi da ricordare sono pochi:
No Religion per cattiveria e ritornello,
I Know How You Feel, Judas per gli arrangiamenti e la conclusiva
Ghost Of A Chance per la bellissima struttura. Per il resto, poca roba realmente buona, ma solo canzoni ovviamente orecchiabili ma sinceramente trascurabili, a partire da quella
Al Gatto Nero in cui il ritornello in stentato italiano fa venire i brividi (e non sono brividi di piacere).
Non siamo certo all’eccellenza, dunque. Peccato, perché dopo Omega speravo di ritrovare una band ancora in grande spolvero, che invece pare aver svolto senza troppo impegno il compitino sfornando un disco decente che però regala poche emozioni. Vedete voi, secondo me l’ascolto preliminare è d’obbligo.
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