Ecco a voi il primo album metal composto completamente usando il FastTracker! Beh, forse completamente no... ma la percentuale di sinteticità di questo prodotto partorito dalla mente di Ivo Iliev, musicista bulgaro dalle grandi ambizioni, oscilla pericolosamente vicino all'80%. Una precisazione va fatta innanzitutto: chi odia le tastiere si tenga abbondantemente alla lontana dai Darkflight, in cui questo strumento domina le scene lasciando poco posto agli altri. Che si tratti di una sinfonia epica sul modello delle colonne sonore, o di un semplice tappeto di accompagnamento, o ancora di una melodia di pianoforte, la tastiera la fa assolutamente da padrona. In realtà gli altri strumenti sono proprio difficili da sentire, e una volta individuati vi assicuro che preferirete quasi non esserci mai riusciti: le chitarre e il basso suonano così male da sembrare sintetiche, non riuscendo mai ad incidere ed impoverendo il sound dei Darkflight che avrebbe potuto solo migliorare se reso in maniera un pò più potente e grintosa. Si salva giusto la drum machine, programmata con gusto. Musicalmente "Under The Shadow Of Fear" vorrebbe essere un miscuglio di sonorità epiche e maestose, mentre le tematiche trattate dai testi sembrano uscite da una partita di Dungeons And Dragons, con il campo di battaglia sovrastato da disumane creature, mentre incalzano i maghi animati dalla loro crudeltà. In realtà il mastermind Ivo sembra aver raccolto bene l'eredità di Widow's Weeds dei Tristania, muovendosi a suo agio tra sonorità quasi sempre romantiche e malinconiche, accompagnate dalla bella voce della guest Tatyana Teneva. E per fortuna che la sua prestazione non è niente male, perché quella del signor Iliev è assolutamente inadeguata: uno screaming flebile e svociato, che nel suo grattare mi è sembrata la versione economica di quello di Mike dei nostrani Dark Lunacy. Ci sono momenti, soprattutto quelli più battaglieri, in cui la musica dei Darkflight sembra avere un senso... ma spesso Ivo esagera con il cercare l'orchestrazione ad effetto, riducendo il tutto ad una marcia funebre lenta ed insopportabile, al limite del doom. Bisogna fare un applauso per il coraggio e la dedizione con cui questo ragazzo (!) bulgaro è riuscito a mettere in piedi il progetto Darkflight, ma forse assoldando una band in carne e ossa i risultati potrebbero sembrare meno artificiosi e più convincenti. Se poi si considera che ad un primo ascolto avevo intenzioni di dargli 9 e dopo quattro o cinque ripetizioni il voto finale è un 6,5 non si può neanche dire che "Under The Shadow Of Fear" sia un album particolarmente longevo, che cresce con il passare del tempo.
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