16 - Deep Cuts from Dark Clouds

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:40 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. THEME FROM 'PILLPOPPER'
  2. PARASITE
  3. HER LITTLE "ACCIDENT"
  4. THE SAD CLOWN
  5. ANTS IN MY BLOODSTREAM
  6. BROOM PUSHER
  7. OPIUM HOOK
  8. BOWELS OF A BABY KILLER
  9. BEYOND FIXABLE
  10. ONLY PHOTOGRAPHS REMAIN

Line up

  • Bobby Ferry: Guitars, vocals
  • Cris Jerue: Vocals
  • Tony Baumeister: Bass
  • Mateo Pinkerton: Drums

Voto medio utenti

Questa band di Los Angeles è composta da veterani dello sludge, filone che può essere descritto come mistura di doom metal, stoner rock, hardcore, immersa in atmosfere depressive e pessimistiche. I Sixteen hanno cominciato nei primi anni ’90 e sono tuttora in circolazione, con il loro sound abrasivo e rabbioso, lento e massiccio, ma ricco di un groove spesso assente in altre formazioni del genere.
L’ultimo album era stato “Bridges to burn” del 2009, ora esce il nuovo capitolo della discografia degli americani. I fans non debbono preoccuparsi, perché nulla è cambiato da allora. Tutto si basa ancora sulle vocals incazzate di Jerue, sulla chitarra ribassata e sferragliante, sui tempi slow e cadenzati di basso e batteria, in aggiunta all’attitudine rissosa e casinista che ci parla di droga, alcool, periferie degradate e gruppi di panciuti bikers fuorilegge.
Il disco è perfetto per chi ascolta nomi come Crowbar, Bongzilla, Sourvein, Weedeater, Hull e compagnia, che magari non brilleranno per fantasia e originalità ma in fatto di pesantezza non sono secondi a nessuno.
I californiani conoscono bene gli ingredienti dello sludge e soprattutto possono contare sulla propria coerenza musicale: onesta, pura ed incrollabile. I brani si susseguono come altrettanti colpi di maglio, con rabbia ed intensità fino alla fine. Come prevedibile non sono previste grandi variazioni, inutile aspettarsi ballate acustiche o adrenalinico thrash, ma le trame risultano ben distinte e non c’è la sensazione di ascoltare sempre la stessa canzone. Perlomeno per coloro che possiedono una minima conoscenza di questo genere piuttosto ostico ed impenetrabile.
Per qualità, bravura ed esperienza, i Sixteen si confermano uno dei migliori esponenti della scena, ed il loro stile nervoso e muscolare non è affatto ottuso come i detrattori del filone vorrebbero far credere.

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