Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Prime Entertainment
Distribuzione:Music Buy Mail

Tracklist

  1. 2012
  2. TO THE END OF THE WORLD
  3. IT´S ALL OVER NOW
  4. ANOTHER LLONELY DAY WITHOUT YOU
  5. WHY DON´T YOU SAVE ME
  6. STAY TOUGH
  7. FAVORITE
  8. IT´S ALL UP TO YOU
  9. TONIGHT TONIGHT TONIGHT
  10. CAN´T YOU HEAR ME CALLING
  11. LONG GONE
  12. WHY ARE THE GOOD THINGS TOO HARD TO FIND
  13. GIMME GIMME GIMME (BONUS TRACK)

Line up

  • Jens Walkenhorst: vocals, guitar
  • Mario Erdmann: bass, backing vocals
  • Thomas Ellenberger: keyboards, backing vocals
  • Sascha Fahrenbach: drums, guitar
  • Nico Fahrenbach: drums

Voto medio utenti

Per chi non li conoscesse, i Wild Frontier sono una hard rock band tedesca, in attività da quasi vent’anni e con 4 albums (5 con il qui presente) alle spalle. Capitanati da sempre dal cantante-chitarrista Jens Walkenhorst, la band si è sempre barcamenata tra le acque dolci dell’AOR e le correnti impetuose dell’heavy rock, sfornando brani catchy ma, francamente, non tali da portarla alle grandi ribalte. Ed è così che giungiamo al 2012, e Jens e soci ci riprovano, appunto, con “2012”.

Vi evito la storiella sul significato simbolico della data e tutta la pappardella inviataci in liner notes per motivi di decenza, e limitiamoci a parlare della musica. 13 brani, in cui la band sciorina il proprio repertorio, ed in cui i musicisti (nuovi acquisti alla batteria i due fratelli Fahrenbach, di cui Sascha sarà alla seconda chitarra in sede live) ce la mettono tutta per sostenere l’ugola di Jens, vero trademark dei Wild Frontier ma, a parere di chi scrive, dotata di una timbrica tra il banale ed il fastidioso. E adesso tutti gli aficionados del genere mi daranno addosso, ma tant’è, i gusti sono gusti, come disse il gatto leccandosi il cu*o. A me sta vocetta frocetta davanti ad un sound pulito (c’è Bob Jensen dietro i cursori, mica Grazioli Gianluca), ma pulito pure troppo, fa storcere il naso. Soprattutto se, ad accompagnare tutto ciò, ci sono 12 canzoni ed una cover (“Gimme gimme gimme”, peraltro ben riuscita e muscolosa) che sembrano francamente troppe. Mai come in questo caso, il platter avrebbe secondo noi fruito di una scrematura nella tracklist, lasciando “in vita” solo i pezzi più riusciti, e qui penso a “It’s all Over Now”, “Stay Tough”, “Can’t you Hear me Calling” e qualcun’altra. In generale il sound è patinatissimo e dannatamente ‘80s, ma il risultato finale sta a cavallo tra l’operazione nostalgia e l’anacronismo artistico. A voi la scelta, di certo c’è mooooolto di peggio in giro.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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