Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:15 min.
Etichetta:Selfmadegod Records

Tracklist

  1. E CONSPECTU
  2. THE LAW
  3. STOP THE CHAOS
  4. FIND THE FUNCTION
  5. INTRICATE TRAP
  6. THE END

Line up

  • Sebastian Rokicki Guitars
  • Łukasz Myszkowski Vocals
  • Michał Zawadzki Bass
  • Paweł Jaroszewicz Drums

Voto medio utenti

Non sono mai stato un amante dei mini cd, sia per una questione prettamente economica, il più delle volte infatti costano poco meno di un cd regolare e contengono molta meno musica, sia perché molto spesso a livello qualitativo sono delle vere e proprie schifezze, capaci solo di raccogliere brani inediti (ma se un brano non è stato pubblicato al momento della sua scrittura, perché dovrebbe essere così valido da meritare la luce anni dopo?) o alternative version che sanno tanto di riempitivo…capirete come non mi sia avvicinato nel migliore dei modi a questo nuovo pargoletto dei polacchi Antigama, ciononostante, pur essendo sicuro che non riascolterò mai più questo concentrato di finezza, ho avuto comunque il piacere di passare un quarto d’ora di assoluta potenza e devastazione. E’ chiaro che in ambito grindcore non c’è veramente più nulla da inventare e il meglio probabilmente è gia stato detto dalla triade Napalm Death, Carcass, Terrorizer, in ere passate, e più recentemente dagli immensi Nasum. Gli Antigama, non fanno certo rimpiangere i loro illustri padri e ci confezionano sei brani diretti e senza fronzoli, dove l’unico obbiettivo è quello di annichilire l’ascoltatore punto e basta. I punti di riferimento come detto sono sempre gli stessi anche se c’è poco dei rozzissimi Carcass degli inizi e molto più della band di Barney e soci, tanto che quando E Conspectu, inizia avrete veramente la sensazione di aver messo su qualcosa dei Napalm Death…. Sulla title track affiorano almeno nel riffing e nelle ritmiche industriali degli accenni ai Fear Factory d’annata e questo non può che far piacere, visto che la band di Caceres non è mai andata per il sottile quando si è trattato di pestare duro. Trovandoci di fronte ad un mini album, riusciamo anche ad evitare il fattore noia, che spesso può subentrare nell’ascoltare dei pezzi che hanno pochissime variazioni sul tema principale, e così quando arriviamo alla fine della strumentale The End (appunto) è un ghigno beffardo di soddisfazione e di moderato appagamento quello che ci si stampa sulla faccia, lasciandoci indecisi tra premere di nuovo play o faticare fino alla nostra collezione di cd per cercare gli originali del genere. Alla fine (per comodità) spesso si preferisce la prima soluzione e allora è di nuovo massacro, derivato ma comunque massacro e talvolta può bastare anche solo questo ad un vecchio ed incallito extreme metaller…Per chi li seguiva dall’esordio del 2002 è un buon passatempo in attesa del prossimo full lenght, per gli altri magari è un modo più soft per approcciare la materia e il gruppo…

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