Copertina 5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:43 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. MITHRAS
  2. AHRIMAN
  3. INHERITANCE (THE CHANGELING)
  4. ARJUNA
  5. HALLUCIGENIA I: HERMETIC GIFTS
  6. HALLUCIGENIA II: SPIRITUAL JUNK
  7. HALLUCIGENIA III: THE EMERALD TABLET

Line up

  • Jenks Miller: vocal, electric guitar, piano, bass, lap steel, ebow, keyboard, synthesizer, tanpura, shruti box, drums, percussion, processing, fuzz fx

Voto medio utenti

Tornano gli Horseback di Jenks Miller con il nuovo “Half Blood”, disco ben differente dalla raccolta “The Gorgon Tongue” che ho già avuto modo di recensire qualche mese fa.
Ho parlato di differenze che vado subito ad illustrarvi. In primis occorre far riferimento ad un vero e proprio cambio, non tanto di sound, quanto di mood dello stesso. Qui il coarcervo malato e scuro che mischiava dal noise al doom, dalla psichedelia al postcore, viene asciugato e reso maggiormente edibile. Se la prima parte del disco, composta da “Mithras”, “Ahriman” e “Arjuna” è post rock iperamplificato fino a ricomprendere echi noise, con la voce di Jenks gracchiante e malevola, la seconda parte del disco, anticipata da “Inheritance (The Changeling)”, composta dalle tre parti di “Hallucigenia”, ci porta su territori quasi interamente strumentali dove la scena è divisa, e rubata a vicenda, da muri di suono disturbante, che crescono e si ispessiscono col passare dei minuti, e melanconia struggente, liquida, dilatata.
Benché la Relapse, nella cartella stampa, si sforzi di chiamare in causa le più disparate influenze, con nomi roboanti, da Tony Iommi a Neil Young, da Ray Manzarek agli Earth, dai Neurosis a Merzbow, la verità è che stavolta, secondo la mia modesta opinione, Jenks Miller fallisce.
Il disco appare slegato, senza mordente, poco omogeneo, e il pezzo finale, di oltre dodici minuti, che avrebbe dovuto essere il monolite capace di far pendere l’ago della bilancia a favore degli Horseback, ahimè non soddisfa le attese, sempre sul punto di dare forma e sostanza alla propria essenza e, in realtà, trascinantesi stancamente per tutta la sua durata.
Half Blood” è un disco mediocre e rappresenta un passo falso per una band che finora ci avevo stupito. Forse fare un passo indietro (o due avanti) non sarebbe male.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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