Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:55 min.
Etichetta:Kolony Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FROM THE DEPTHS (INTRO)
  2. DELIRIUM
  3. SILENT GODS
  4. THIS WRETCHED PLAGUE
  5. TWISTED LANDSCAPES
  6. RELEASE
  7. DEAD INSIDE
  8. PARALLEL EXISTENCE
  9. UNBROKEN (A MORBID EMBRACE)

Line up

  • Roman Subbotin: guitars, keyboards
  • Arran McSporran: bass
  • Nick Tingle: drums
  • Soikot Sengupta: guitars
  • Craig Land: vocals

Voto medio utenti

Terzo disco, il secondo per la nostrana Kolony Records, per i britannici De Profundis, autori di un interessante quanto personale doom death metal assai serrato ma allo stesso tempo alquanto melodico e progressivo, che già il nostro buon Coroner aveva recensito positivamente un paio di anni fa in occasione del precedente "A Bleak Reflection".

Per spazzare via ogni dubbio va detto sin dall'inizio che il nuovissimo "The Emptiness Within" raggiunge il buon valore del capitolo precedente, grazie ad un'ampia eterogeneità dei brani, talvolta più squisitamente progressivi e coraggiosi (l'inizio in fretless di "Silent Gods" è eloquente e quasi la matrice death scompare, così come in "Twisted Landscapes"), altre volte decisamente più oscuri e pesanti come in "Dead Inside" (questa sì ancora veramente estrema), altre volte ancora più decadenti e dark come nell'iniziale "Delirium", con vaghi eco di Paradise Lost e Sentenced dei tempi che furono, tanti tanti anni fa.

A dire il vero oramai unico elemento estremo, in senso di pesantezza, è rappresentato dalla voce di Craig Land che con il suo growling tiene i De Profundis ancorati all'area extreme metal: struttura delle composizioni, produzione, soluzioni ed arrangiamento oramai pendono completamente dalla parte prog-metal ma non è un peccato od un difetto poichè il quintetto albionico lo fa con molto gusto e savoir-faire.

Le delicate (ed intricate) conclusive "Parallel Existence" ed "Unbroken" chiudono "The Emptiness Within" con toni a-là Pestilence(di "Spheres"), e conferiscono a questo lavoro, nonchè alla band, uno status di ottimo ed interessante, molto più elevato del 90% della paccottiglia che il mercato purtroppo ci propina in abbondanza, anche grazie ad un'ottima produzione ed un packaging, sin dalla copertina, più che adeguato.

Ormai la qualità va ricercata, e fortunatamente, trovata, nei nomi più piccoli e meno conosciuti...
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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