Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:logic(il)logic Records
Distribuzione:logic(il)logic Records

Tracklist

  1. GLOBAL REVOLUTION
  2. IT’S ALRIGHT
  3. TAKE ME HOME
  4. GO TO GAY PRIDE
  5. BURN
  6. ANGEL
  7. HER LOVE IS STRONGER THAN MY PAIN
  8. NOBODY NEEDS SOMEBODY
  9. BEFORE SWEET
  10. SWEET LADY
  11. TOO LATE
  12. PRISCILLA

Line up

  • Loris Marchiori: vocals, guitar
  • Martino Pighi: drums
  • Alberto Bianchi: bass

Voto medio utenti

Se pensate che la rivoluzione globale possa prendere avvio da “cose semplici”, e che, in fondo la vera sedizione sia tale solo se i suoi contenuti possono essere compresi dalla maggioranza dell’umanità e non solamente da una ristretta élite, il mio consiglio è di concedere una doverosa ascoltatina a questo “Global revolution”, primo parto discografico sulla lunga distanza dei veronesi Ratzmataz.
Ovviamente, alle suddette condizioni bisogna anche aggiungere quella di essere dei rockofili, meglio se un po’ viziosetti, facendo parte, insomma, dei tanti estimatori di AC/DC, Led Zeppelin, Kix, Guns n’ Roses, Def Leppard, (primi) Cinderella, Britny Fox, Tesla e Aerosmith.
Al di là di ogni rudimentale espediente “da recensione”, indipendentemente dalle eventuali velleità “sovversive” del lettore, rimane il valore di questi scabrosi rockers veneti, artefici di un dischetto piuttosto godibile, privo, in realtà, di autentiche “novità” formali, eppure capace di ammantare di brillante vitalità una serie di manifestazioni espressive assolutamente familiari, tanto da farle apparire se non proprio innovative, almeno fresche e coinvolgenti.
Un effetto sicuramente non banale, in un mercato ipersaturo e in cui il “classico”, nelle varie accezioni del termine, occupa una bella “fetta” della “torta”.
Pilotati dalla voce granulosa e graffiante (una “roba” tra Bon Scott e Axl Rose, con appena un pizzico di Brad Sinsel) dell’ottimo Loris Marchiori, al contempo pregevole guitar-hero della situazione, il power trio scaligero dimostra di saper trattare la “materia” in tutte le sue sfumature, che si tratti di trascinare, far cantare e far agitare il “sederino” dell’astante (la title-track, “It’s alright”), di conquistarlo aggiungendo alla questione deboli foschie (nelle potenti “Take me home” e “Burn”), spigliati guizzi sleaze (il tocco Poison-esque in “Go to gay pride” e quello vagamente WASP-iano – sarà pure per l’assonanza nei titoli, ricordando la mitica “I wanna be somebody” – di “Nobody needs somebody”), virile e drammatico sentimento (la perla “Angel” e la buona “Priscilla”, dove sono Aerosmith e GNR a fornire l’ascendente maggiormente rilevante) oppure scorie palesi di appassionato hard-rock blues (i Led Zep celebrati in ”Before sweet” e “Sweet lady”).
Anche quando si tratta, infine, di polarizzare la parte più emotiva e raffinata delle terminazioni nervose dell’ascoltatore (con “Her love is stronger than my pain” e la notturna “Too late”), i nostri ostentano notevoli attitudini specifiche e un’eccellente padronanza interpretativa, offrendo addirittura, visto lo spessore e la peculiarità del risultato, un possibile punto di partenza per intriganti evoluzioni artistiche.
Emergere in questo contesto non sarà impresa “facile”, data la sponsorizzazione di “certa” concorrenza e una scelta obiettivamente ampia e agguerrita e tuttavia prevedo (è anzitutto un augurio, eh, sebbene basato su dati “oggettivi” …) per i Ratzmataz un futuro gratificante, soprattutto se riusciranno a portare la loro viscerale proposta musicale sui palchi più roventi e “sporchi” del globo terracqueo, ambientazione ideale per far esplodere al meglio tanta passione e grinta.
E poi, come può “fallire” un gruppo che marchia con un imprescindibile “God bless rock n’ roll” la copertina del suo debutto discografico? Impossibile … che la rivolta abbia inizio!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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