Ho ascoltato e riascoltato questo disco decine di volte, con l'unico intento, oltre quello ovvio di recensirlo, di capire il perchè questa band viene etichettata come metalcore. Vi giuro che non riesco a venirne a capo visto che gli Heaven Shall Burn suonano un metal di chiaro stampo Swedish, di quello che va di moda oggi, che fonde insieme classic, thrash e death. Insomma i figli degli At The Gates. Se poi l'accenno elettronico della conclusiva "The Dream Is Dead" o una strofa simil rappata in "Bleeding To Death" o qualche testo socialmente impegnato valgono ad attribuire ad una band, con le caratteristiche principali illustrate sopra, l'etichetta di band metalcore, allora siamo proprio alla frutta. Di certo la band ha una verve modernista, ma marcata è l'influenza, oserei dire preponderanti sono le radici, tipicamente Swedish della band. Mi premeva mettere in chiaro ciò, e spero che non ci siano dubbi a riguardo, perchè se passa questo principio allora possiamo pure dire puttanate del genere che i Konkhra sono i nuovi Black Flag, che gli Hed (PE) sono classic heavy perchè un loro cugino ascolta i Maiden, che i Metallica sono una band rispettabile e via dicendo.
Tralasciando tutto ciò va dato atto alla band tedesca di aver dato vita ad un platter che, a partire dalla produzione, pulita e potente, fino alla prova stessa della band, sia dal punto di vista compositivo sia tecnico, è devastante. Quello che meno mi convince è la voce del singer, pur buona, ma troppo monocorde e legata alle influenze sopra accennate. Ottimo invece l'uso del piano e del violino che talvolta aprono, talaltra chiudono le songs, donando delle belle atmosfere. Tra le altre cose delle 12 tracce, due sono proprio strumentali atmosferiche, un’intro e due outro. Il disco presenta anche molte melodie azzeccate, melodie che sfruttano soprattutto alcune clean vocals totalmente fuori contesto (sarà per questo che si definiscono metalcore?) ma che rendono le songs decisamente vincenti. Il disco è una sorta di crescendo che dopo l'outro “Risandi Von" da il meglio di se con la terribile e terrificante triade conclusiva composta dalla già citata "Bleeding To Death" e delle altrettanto pesantissime "Tree Of Freedom" e "The Dream Is Dead". In definitiva un disco decisamente buono, vario e completo, che sicuramente piacerà ai fan della musica estrema.
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