Il new progressive del Nord Europa ha fatto da tramite tra il periodo "Marillion-post Fish" e la definitiva rinascita del genere ad opera di gruppi come Echolyn e Spock's Beard (come non ricordare il capolavoro "Hibris" degli Anglagard, gli straordinari Anekdoten, i Kaipa ed i ben più famosi Flower Kings ?), lo stile e la classe delle sue proposte è sempre unico e caratteristico, ecco quindi che a contrastare questi lati positivi arrivano i Violent Silence, e subito colpisce dalla lettura del line-up la mancanza di un chitarrista, ma veniamo all'ascolto: il cantato di tal Bruno Edling è a dir poco disastroso, al limite dell'inascoltabile,il sound arraffa più volte dal prog anni '70 (ELP, Gentle Giant, King Crimson) giusto un tocco di decadenza e di new prog per non rischiare il plagio, ed è quasi impossibile riuscire ad arrivare alla fine, in quanto la noia è sempre molto presente (e anche qui il contributo di Bruno è determinante). Quel poco che si salva: "War Ant", giocata su tempi dispari ed in bilico, il quasi reggae bianco mixato col prog in "Shoot it in the Head", la conclusiva "Grey Fluid Earth", anch'essa con tempi dispari ma che risente molto della mancanza di una chitarra nelle lunghe parti strumentali. Risparmiate i vostri risparmi, in giro c'è molto di meglio ("Keyholder" dei Kaipa, "Gravity" degli Anekdoten, "The Tangent" "Damnation" degli Opeth, "In Absentia" dei Porcupine Tree).