Jorn - Bring Heavy Rock To The Land

Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:55 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. MY ROAD
  2. BRING HEAVY ROCK TO THE LAND
  3. A THOUSAND CUTS
  4. RIDE LIKE THE WIND
  5. CHAINS AROUND YOU
  6. THE WORLD I SEE
  7. TIME TO BE KING
  8. RIDE TO THE GUNS
  9. BLACK MORNING
  10. I CAME TO ROCK

Line up

  • Jorn Lande: vocals
  • Willy Bendiksen: drums
  • Nic Angileri: bass
  • Tore Moren: guitar
  • Jimmy Iversen: guitar

Voto medio utenti

“Bring heavy rock to the land” è l’eloquente titolo del nuovo album di Jorn … da dove cominciamo per commentarlo? Ponendo l’accento sul curriculum impressionante del vocalist norvegese? Ricordando le polemiche che un disco come “Dio” ha inevitabilmente alimentato? Oppure dalle capacità obiettivamente straordinarie della sua laringe, capaci di spalancargli i maestosi portali di quell’Olimpo delle “voci divine” in cui il mitico e compianto Ronnie James sarà per sempre uno dei numi fondamentali?
Tutte le soluzioni sono plausibili, ma direi che in questi casi (una situazione analoga accade per i lavori di Jeff Scott Soto, ad esempio) l’analisi, pur non potendo prescindere da una scontata irreprensibilità tecnico-interpretativa, dovrebbe esplorare soprattutto aspetti quali la “freschezza” e la vivacità delle composizioni, sebbene in un prevedibile ambito di celebrazione dei grandi dell’hard rock, andando a verificare la dose di significativa forza espressiva iniettata nelle fibre della consolidata “coscienza storica”.
Ebbene, mettiamola così: se siete fans irriducibili di Rainbow, Sabbath & Whitesnake (ma anche di Judas, Saxon e Maiden, in parte …) se la riproposizione sistematica, sebbene piuttosto “illuminata”, delle loro leggendarie modalità operative non v’infastidisce e se quel refolo di “scientifica premeditazione” che spira sull’intera operazione non vi distoglie dall’effettivo pregio del prodotto nel suo insieme, beh, direi che difficilmente troverete di meglio nel pur inflazionatissimo metalrama contemporaneo.
Un Jorn veramente “spaventoso” per qualità specifiche e per una forma di “trasformismo” vocale al limite della perfezione assoluta, vi condurrà in questo magico mondo in cui i L’Arcobaleno e il Sabba Nero sono in ottima forma (le visioni ancestrali che aleggiano nell’acustica opener “My road”, la grandeur epico-metallica della title-track e i riffs carnivori di “Time to be king”, che molti ricorderanno nella versione più sinfonica dei Masterplan, o ancora la frenetica “Chains around you”, ennesima testimonianza della ricca progenie di “Spotlight kid”), in cui il Serpente Bianco non risente di alcun inevitabile acciacco e rende intraprendenti le sue sinuose movenze (la sudista “Black morning” e le scintillanti “A thousand cuts”, “The world I see” e “I came to rock”, in realtà una sorta d’interpolazione ‘Snake / Rainbow) e in cui, perché no, una certa Vergine di Ferro e un noto guerriero Sassone scendono in campo ad offrire il loro vibrante contributo (ascoltare “Ride to the guns” per referenze).
A tutto questo “ben di Dio” (& C.) aggiungete una trascrizione di “Ride like the wind” degli stessi Saxon (in realtà il brano originale è di Cristopher Cross, ma la rilettura di Lande è ovviamente più vicina a quella già effettuata a suo tempo da Byford e dai suoi pards) e otterrete esattamente quello che vi aspettavate (e che Jorn e la stessa etichetta, in definitiva, promettono tramite il materiale promozionale) … un Cd assai competente di heavy rock “classico”, privo di reali novità eppure lontano quanto basta dalle caratteristiche dell’esercizio di stile da convincere fin dal primo ascolto anche il più esigente degli appassionati.
Un tributo convincente, adeguatamente ispirato e godibile che, al di là di ogni altra eventuale considerazione, ripagherà i vostri investimenti orientati ad una strategia di “capitale protetto e rendimento garantito”… di questi tempi, è senz’altro un buon risultato.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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