Ammetto candidamente di non aver avuto il piacere di ascoltare i due lavori precedenti della band, che su queste pagine sono stati accolti più che positivamente, nonostante una generale e comprovata mancanza di orginalità.
Posso dire soltanto che gli
Hybrid Circle da Lanciano questa originalità non l'hanno ancora trovata. E quindi una volta può andare bene, la seconda anche..ma alla terza, la cosa stanca.
E questa sensazione di stanchezza pervade tutto "
Before History", che presenta una sequela di brani tutti troppo simili tra loro e eccessivamente derivativi, partendo dai Fear Factory e arrivando ai Meshuggah, con un vago (molto vago) sentore di Nevermore di sottofondo.
La cosa che più mi fa incazzare è che le qualità tecniche ci sono, in abbondanza: il sestetto suona tutto in maniera eccellente e con coesione estrema, creando un muro sonoro di tutto rispetto, pur nella sua ripetitività. Il fatto è che la voce aggressiva di Stefano Angelucci mal s'incastra in tutto questo, risultando il vero cruccio dell'intero progetto, fissa sulle stesse tonalità per tutto il disco, monocorde e al limite del fastidioso.
Il risultato è un disco dal potenziale interessante ma che si perde troppo in se stesso e ciò che vorrebbe essere, piuttosto che in quello che realmente è. Sono sicuro che prima o poi gli
Hybrid Circle troveranno la loro strada, perchè è indubbio che ne abbiano tutti i mezzi, ma per ora il risultato è insufficiente.
Quoth the Raven, Nevermore..
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