Copertina 4

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:130 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. DISC 1 A CHOIR FOR VENUS
  2. DISC 1 THE TEMPLE IS FALLING
  3. DISC 1 SIGILS THAT BECKON DEATH
  4. DISC 1 BLOOD GEOMETRY
  5. DISC 2 A BLADE FOR TWILIGHT
  6. DISC 2 PYRAMID OF THE COLD SON
  7. DISC 2 BLOOD OF ANCIENTS, BLOOD OF HATRED
  8. DISC 2 VOID ALCHEMY

Line up

  • Mutatiis: All instruments

Voto medio utenti

Elysian Blaze è il progetto di tale Mutatiis, ragazzo australiano che giunge qui al terzo full-lenght. Non conosco i due precedenti dischi, ma credo che il presente “Blood Geometry” sia più che rappresentativo della proposta, dato che è composto da due dischi per circa 130 minuti di musica, cioè due ore e dieci minuti.
Chiariamo subito una cosa, una durata così spropositata è troppo impegnativa per qualsiasi ascoltatore e, soprattutto, per l’autore. Voglio dire, a meno che tu non sia un genio della musica e abbia così tanto talento, così tanta inventiva, così tali e tante capacità da riuscire a produrre un minutaggio così elevato di musica di qualità, forse è meglio che, come si dice dalle mie parti, “ti misuri la palla”.
Se a ciò aggiungete che la proposta del nostro è a metà strada tra il depressive black metal e il funeral doom, con una produzione minimale, lo-fi, alla “Transilvanian Hunger” per intenderci, il quadro è completo.
Voglio sorvolare sulla produzione, che può essere un mezzo espressivo, e per questo genere sicuramente lo è, sebbene io preferisca sentire un suono più definito e pulito, perché certe sensazioni si possono trasmettere anche in alta definizione, tuttavia, venendo al merito della proposta musicale, se si monda il disco di alcune atmosfere oscure veramente suggestive, se lo si priva di alcuni passaggi di piano che creano atmosfere spettrali, se si levano qua e là campane a morto, passaggi d’organo e suite dark ambient, ciò che resta è un ordinario black metal senza infamia né lode, e il funeral doom va solo ricercato nella lunghezza dei pezzi.
La lunghezza dei pezzi. Non ho alcun problema per pezzi che durino decine di minuti, il funeral doom è uno dei miei generi preferiti, ma quando in una canzone si perde di vista l’omogeneità e la coerenza stilistica e compositiva, si finisce per creare un collage di pezzi, al punto che sembra di ascoltare 4 o 5 canzoni diverse.
La sensazione finale che trasuda da suite come “The Temple Is Falling”, “Sigils That Beckon Death” e "Blood Of Ancients, Blood Of Hatred” è quella di canzoni incompiute, disomogenee, pretenziose.
Le idee buone ci sono, e alcune atmosfere mettono davvero i brividi, ma il talento di Mutatiis gli avrebbe permesso di assemblare al massimo una quarantina di minuti buoni, non di più.
Blood Geometry” ci mostra che la differenza tra un disco monumentale ed un vero e proprio epic fail è molto piccola.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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