Inizia a respirare
Tutte le risposte che stai cercando sembrano così lontane ma sono proprio di fronte a te.
Questo paesaggio è quello che meriti.
Non voglio girarci troppo intorno:
"Samaroid Dioramas" è un capolavoro. Punto.
Dopo l'EP
"Atman", gli italiani
Sunpocrisy esordiscono, dunque, con un album semplicemente straordinario, uno di quei dischi capaci ancora di emozionare, di stupire.
Immaginate l'unione delle visioni psichedeliche dei migliori
Tool e la forza iconoclasta dei
Meshuggah, aggiungete un gusto per la melodia disperata degli ultimi
Katatonia ed avrete una idea del tipo di suono che andrete ad ascoltare lungo gli otto brani che compongono questo lavoro.
"Samaroid Dioramas" è un titolo palindromo sotto il quale si snoda un affascinante concept, sia lirico, sia visuale, che segue l'idea di un parallelismo tra il sentiero dell'essere umano che diventa divino e la sua crescente consapevolezza circa l'immensità delle strutture che lo circondano. Quelle strutture che sono un paesaggio, un immenso paesaggio dipinto con colori straordinariamente vividi dalla musica del gruppo bresciano.
Ascoltare
"Samaroid Dioramas" vuol dire viaggiare: vuol dire compiere un lungo viaggio dentro se stessi attraverso costruzioni sonore che diventano frattali dentro i quali la nostra mente vaga, imprigionata tra lunghe fughe psichedeliche e violente distorsioni metalliche che quasi feriscono il nostro orecchio.
La musica dell'album sembra avere una forza ed una capacità emozionale incontenibili che si dipanano attraverso vortici sonori che continuamente "gorgogliano" tra le note del disco: l'atmosfera, come un vortice, gira e cambia continuamente, passando da lunghi momenti strumentali, evocativi e quasi meditativi, sorretti, oltre che da delicati arpeggi, da una voce pulita fortemente suadente, ad altri nei quali è la furia metallica a diventare protagonista e sulla quale si ergono urla feroci molto simili a quelle di
Jens Kidman.
Tutti i brani, che superano anche i 10 minuti, vanno gustati nella loro interezza, tutti i momenti del disco vanno assaporati con attenzione cercando di coglierne le sfumature ed i chiaroscuri e, soprattutto, lasciandosi trasportare in questo lungo viaggio perennemente in bilico tra psichedelia, dolcezza, meditazione, furia ceca e fortissima emozione riconoscendo in giusto merito ad un gruppo tanto valido tecnicamente, da applausi la sezione ritmica, quanto capace di creare canzoni semplicemente bellissime.
Sembra molto strano che i nostri abbiano dovuto prodursi il disco da soli, tra l'altro facendo un lavoro perfetto, ma, forse, l'esclusività della loro arte ha beneficiato di questa mancanza di influenza dall'esterno, chiudendosi ancora di più in se stessa e dando vita ad un suono particolare ed affascinante al quale sarà difficile resistere.
Se amate i gruppi che ho citato in questa recensione, se amate anche gente come
Cult of Luna o
Ocean e se riuscite ad immaginare una musica che sappia fondere in modo personale queste diverse visioni musicali, non esitate a fare vostro
"Samaroid Dioramas" ed a viaggiare con lui, sia con gli occhi che con le orecchie.
Non ve ne pentirete davvero.
Qui di seguito un sample video teaser dell'album in grado di darvi l'idea della forza suggestiva della musica dei Sunpocrisy e del loro concept: