“
Che cce frega der pelato, noi c’avemo Dani-gol!!!”
Con questo urlo da stadio (ogni riferimento a Satriani è puramente casuale) vi introduciamo a “
Eleven Mysteries”, nuova fatica solista per il chitarrista
Daniele Liverani, ai più noto per la Rock Opera “Genius”, per il suo lavoro con Twinspirits ed Empty Tremor, e per le sue mille performances e collaborazioni. Musicista e scrittore talentuoso e iper-produttivo, stavolta Daniele ci piazza là un bell’album interamente strumentale e guitar-oriented, in cui però i tre (bravissimi) musicisti che lo accompagnano hanno un ruolo a dir poco importante, visto che tutte le songs si sorreggono fortemente sul suono d’insieme, lasciando alla chitarra il ruolo di voce solista.
“Eleven Mysteries” è una manna dal cielo per tutti gli amanti delle sonorità alla “Passion and Warfare” o alla “Surfing with the Alien”, pur avvalendosi di una produzione moderna e definita. La cosa che più sorprende è l’incredibile musicalità delle partiture, che, per usare un espediente di Elio e le Storie Tese, hanno un “
alto tasso di fischiettabilità”, sono cioè facilmente memorizzabili e digeribili. In questo bailamme musicale, si muovono quattro signori musicisti, che sanno pure come piazzare le loro piccole perle di bravura, senza che questo risulti slegato dal contesto-canzone a cui ogni brano deve restare fedele.
“
Eleven Mysteries” è uno di quei pochi album strumentali di cui mi sentirei di consigliare l’ascolto anche ai non
die-hard fans, perché è piacevole e ben costruito. Va da sé che un’oretta di musica strumentale necessita di orecchie ben disposte all’ascolto, per essere fruita nella maniera corretta. Anche stavolta, come quasi sempre in passato, Daniele Liverani si dimostra una certezza, un nome nel panorama italico che, come il famoso formaggio, ‘
vuol dire qualità’.
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