Nati nel 2009 dalla volontà di Benjamin Guerry (vocals, guitars) di coniugare il feeling trasmesso dai racconti di Lovecraft con il black metal atmosferico, i francesi The Great Old Ones giungono oggi al loro debutto discografico con il presente “Al Azif” (N.d.r.: il nome originale del nefasto grimorio conosciuto come Necronomicon) grazie all’interessamento della conterranea Ladlo Productions.
L’album si compone di sei lunghe suite ispirate come detto sopra dalle visioni del Maestro di Providence tramute in musica tramite l’alternanza fra brevi accelerazioni, proprie di un black metal standard, e melodie oscure ed intense in un mix che può ricollegare mentalmente l’ascoltatore ai lavori di band quali Altars of Plagues o Wolves In The Throne Room.
Un black introspettivo quindi, che chiede di esser seguito più con la testa che con il corpo. Le atmosfere sulfuree la fanno ampiamente da padrone e non bisogna aspettarsi sfuriate violente old style perché la missione dei The Great Old Ones è quella di avvolgere piuttosto che distruggere, di ammaliare invece che stordire.
Sebbene lo schema utilizzato dai Francesi sia piuttosto abusato nel metal estremo attuale, la bravura dei The Great Old Ones sta nel non diventare noiosi o ripetitivi anche quando il cronometro sfora i dieci minuti come nella conclusiva “My love for the stars (Cthulhu Fhtagn)”.
Un lavoro da scoprire e ascoltare, magari accompagnato dalla lettura dei racconti del Maestro, unendo così esperienza visiva e sonora, perché “I Grandi Antichi erano, i Grandi Antichi sono e i Grandi Antichi saranno” (cit.).