Dopo ben quattro anni di distanza tornano con un nuovo, omonimo, lavoro una delle migliori band underground svedesi degli ultimi anni, quei
Necrovation che con “Breed deadness blood” avevano lasciato il segno fra i più attenti e appassionati ascoltatori del metallo morto.
Il motto “Squadra che vince non si tocca” deve valere anche a latitudini nordiche a quanto sembra, e il quartetto di Kristianstad sostanzialmente non ha apportato variazioni al proprio sound in cui si mischiano con successo i rallentamenti sulfurei dei primi Morbid Angel e l’abc del death proprio degli Entombed degli esordi (anche se le chitarre non sono settate in midrange).
Siamo quindi sulla scia di band quali Tribulation o Morbus Chron, un genere in cui la bontà delle canzoni si misura col putridume e con l’aura oscura che riescono a trasmettere. Brani quali “Sepulchreal”, “Resurrectionist”, l’opener “Necrovorous insurrection” e la finale “Ill mouth madness” (questa canzone sembra esser uscita dalla storica compilation dei primi anni 90 edita dalla Nuclear Blast “Death…is just the beginning”!) sono piccole gemme di malsana cattiveria metallica in cui c’è tutto quello ci si aspetta (in termini positivi si intende) in un brano old school.
“Necrovation” suona molto dinamico, la parte iniziale più pesante mentre la seconda offre una proposta più articolata in cui la band ha posto le canzoni in cui la parte melodica ha più spazio (v. la già citata “Resurrectionist” o “The transition” il cui riffing iniziale ha un mood orrorifico niente male) ma senza per questo diminuire in intensità.
Certo, “Necrovation” è un prodotto destinato esclusivamente ad un pubblico di nicchia che non pretende di sdoganare la band presso altri lidi, ma che soddisferà ampliamente le aspettative di chi ancora si emoziona nell’ascoltare death metal incontaminato.
Per molti ma non per tutti.
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