Quarto lavoro, sempre autoprodotto, per i pugliesi
Outworld che con questo
"Hidden Evolution Path" proseguono la loro ricerca nel mondo della musica elettronica.
Il nuovo album del trio può essere inquadrato come la fusione tra una harsh EBM di scuola
Hocico con un approccio più "sofisticato" all'elettronica, patrimonio genetico di band come
Velvet Acid Christ e, soprattutto,
Front Line Assembly.
Purtroppo il risultato di questa scelta è troppo altalenante per essere considerata valida: accanto a momenti interessanti, caratterizzati da bpm incalzanti e buone melodie al limite della trance, ci sono interminabili minuti in cui è la noia a prevalere per via di strutture sonore che si ripetono, monotamente, all'infinito.
A peggiorare il quadro ci pensa la voce che appare essere un semplice rantolo proveniente da lontano e che in nessuna maniera riesce ad incidere nell'economia dei brani.
Non tutto il disco è da buttare comunque.
Abbiamo ricordato il ritmo incalzante di certe partiture, ed è proprio in questa prospettiva che consiglierei ai nostri di muoversi per il futuro dal momento che la "pura" EBM mi sembra più nelle loro corde, piuttosto che le soluzioni trasversali ed ipnotiche della scuola canadese.
Spero che i nostri migliorino in futuro anche perché si sente che i ragazzi impegnati credono in quello che fanno.
Alla prossima.
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