Giunge alla quarta puntata la saga della rivisitazione in salsa thrash del black metal norvegese che i
Vesen, norvegesi ovviamente, hanno iniziato nell'ormai lontano 1999.
"This time it’s personal", titolo molto "carino", è, infatti, un album di thrash metal suonato da una band black metal.
Potrei benissimo finire qui la recensione.
Chi conosce il genere, o il gruppo, saprà perfettamente cosa aspettarsi: brani semplici e diretti senza fronzoli, voce sguaiata, batteria che pesta costantemente sui piatti facendo un sano fracasso, un paio di riff e di mid tempos da spezzarsi il collo sotto il palco e tanta, tanta sana attitudine al divertimento.
I
Vesen non hanno, infatti, quell'alone serioso che invece ammanta molti loro connazionali, loro sono puri, vogliono solo suonare metal, bere birra e fare casino.
Incidentalmente, poi, riescono anche a comporre un paio di brani come
"Billions", da cui è stato estratto un video, la lunga
"Fear of Skin" o la sottilmente epica
"Where the children go to die", con tanto di coro con voce pulita, che sono davvero notevoli e ci mostrano un gruppo che ha anche del talento, ricordandoci che per suonare del buon metallo non sono necessari chissà quali stramberie.
"This time it’s personal" è, in conclusione, un album fresco e genuino in cui sentirete echi della scena thrash tedesca, degli
Slayer, dei
Mayhem, dei
Motorhead così come alcuni riferimenti al death svedese, soprattutto a livello di riffing, e richiami al black'n'roll ed è un album che, se inquadrato per quello che è, una sorta di omaggio a tutte le influenze dei nostri, saprà regalarvi grosse soddisfazioni perchè in grado di assestare degli ottimi calci in culo.
Thrashing time!
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