Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:50 min.

Tracklist

  1. COMO PODEN
  2. DEUS VULT !
  3. LA VANPIRA
  4. IRA
  5. MISERIA
  6. TALEBANO
  7. 1097 - 2001
  8. ATTO I - LA CREAZIONE DEL COSMO
  9. ATTO II - L'AULA DEGLI UCCISI (VALHALLA)
  10. ATTO III - I SOGNI DI BALDER
  11. ATTO IV - IL FATO DEGLI DEI (RAGNAROK)
  12. PEZZO DI METAL

Line up

  • Porz: voce
  • Bistja: fisarmonica
  • Braz: chitarra
  • Karaggna: basso
  • Canaja: batteria
  • Elena: cori
  • Bax: cori

Voto medio utenti

Non si può certo negare l'originalità della proposta dei Malnatt, formazione bolognese. Mischiare un black metal con tanto di growl in Italiano e soprattutto in dialetto emiliano con preponderanti elementi folk, facendo della fisarmonica uno degli strumenti principali del gruppo, non è cosa che si ascolta ogni giorno e poteva sembrare un azzardo. Aggiungiamo l'inclinazione di questi ragazzi verso la goliardia, visto che si propugnano difensori della "supremazia del maiale" (provocazione anti-islamica?) e concludono il loro lavoro con uno sberleffo alla tendenza nu-metal ("Pezzo di metal"), ed avremo qualcosa certamente fuori dai canoni ordinari.
L'esperimento pare perfettamente riuscito. "Perle per porci" vive di atmosfere particolari e coinvolgenti: la splendida "Deus vult!" forse il brano più bello, "1097 - 2001", alcuni passaggi della "Tetralogia vichinga" tutta dedicata alla mitologia scandinava e già demo 2001, qui completamente risuonata, uniscono in modo sorprendentemente affascinante il manierismo maligno del black con escursioni nell'ombroso folklore celtico, ed il malinconico tappeto di note creato dalla fisarmonica di Bistja fa decollare la sensazione di oscurità e drammaticità da Apocalisse imminente. Non la solita brutalità cieca dei rozzi picchiatori, qui troviamo una interessante ricerca musicale e soluzioni di evidente sensibilità. Il rischio principale era di cadere nell'uniformità di canzoni tutte simili, che sfruttassero fino alla nausea un'idea di partenza molto valida, ma i Malnatt evitano la trappola alternando i brani principali con brevi intermezzi di tutt'altro genere, dall'intro "Como poden", derivata da antica musica medievale, al saggio acustico "Talebano", utili per riprendersi dall'angoscia che trasuda dalle nere cadenze di "La vanpira" o "Miseria", dove i bolognesi preferiscono esprimere la loro cattiveria puntando sulla pesantezza arcigna piuttosto che su accelerazioni thrash, riservate ad "Ira" e ad altre parti nell'insieme meno brillanti. Un appunto che mi sento di fare è di tipo concettuale, i soliti testi anti-cattolici e mangiapreti sembrano un po' alle corde in un periodo dominato da fanatici manovrati nel nome di religioni "giuste" che promettono il paradiso a chi versa il sangue di donne e bambini, e di missili "intelligenti" che dovrebbero portare la pace con le loro devastazioni. Visto che i Malnatt mostrano di possedere cultura ed argomenti di altro spessore, punterei su questi. Un lavoro ottimo per la ricerca di una diversità né cervellotica né esagerata, un tentativo positivo di evitare gli stereotipi e di formare un'identità precisa in un genere affollato di clone-bands, con capacità ed un pizzico d'ironia spesso assente in questo settore. Auguriamoci, dopo aver apprezzato "Perle per porci", di poter ascoltare il nuovo materiale in preparazione, che il gruppo promette ancora più estremo sia in senso metal che in quello folk.

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