Quello dei
Les Brucalifs è un mondo visionario, strampalato e agrodolce. Un universo fatto di canzoni che abbracciano fraternamente il
pop inglese, ma ammiccano anche al
punk, al
(rhythm n’) blues, al
beat e alla
psichedelia, per un quadro complessivo incline al gioco delle citazioni, senza per questo rimanerne vittima.
Qualche nome di “riferimento”? Da Beatles, Jam, Kinks, Pink Floyd e Byrds, a Oasis, The Flaming Lips, Black Rebel Motorcycle Club, Strokes, Blur e The Coral, evocati a vividi sprazzi e tuttavia mai sterilmente imitati grazie ad una spiccata qualità compositiva che rende le melodie aguzze e intelligenti, pur nella loro evidente riconoscibilità ispirativa.
Così “Alibi” sembra un po' una
trip session tra Doors, Steppenwolf e Charlatans (oppure ricorda i migliori Kasabian, se preferite), “Tearunner” vola leggera sulle ali dei
sixties spinta da una suggestiva brezza di freschezza “contemporanea”, “Stop the monos” pulsa di espansioni lisergiche, tra euforie e stordimenti, mentre “Smash or fix” rende omaggio con gusto le modalità operative di Casablancas & C. e “Sgt Liridon” chiude con una delicatezza acustica da
folk - singers psichedelici un dischetto intrigante, che finisce proprio sul “più bello”, e cioè nel momento in cui sarebbe stato davvero interessante verificare la “tenuta” e gli sviluppi creativi delle capacità di scrittura dei nostri
brucaliffi del Nord Est.
Parsimoniosi, ma promettenti …
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