Cominciamo dai protagonisti: gli
Attika7 sono un quartetto di personaggi ben noti, anche se non di primissimo livello. Alla voce troviamo Evan Seinfeld (ex-Biohazard), al basso Tony Campos (Static-X, Ministry, Prong, Carnivore, Soulfly, ecc.), mentre alla batteria, dietro lo pseudonimo Death Rock, si cela Dustin Schoenhofer (Walls of Jericho). Ma la mente del progetto, nonché autore di tutte le liriche, è l’esperto di custom/chitarrista Rusty Coones, il quale vanta notevole popolarità nel giro dei motociclisti, Hell’s Angels e compagnia.
Il debutto della formazione era dunque piuttosto atteso, perlomeno all’interno di un certo ambiente. Lo stile non poteva che essere un crudo e muscolare biker-rock, contaminato da elementi heavy metal alla Pantera e corredato di atmosfera ed atteggiamenti da southern rebel, fuorilegge della strada, lupi solitari e cose di questo genere. Il sound è comunque molto più pulito e scintillante di quanto ci si aspetterebbe, per scelta del produttore Mudrock, uno più abituato alle sonorità numetal ed industrial che a quelle swamp-metal di Down, Crowbar, Gorefest e compagnia. Inoltre le soluzioni della band sono tutto sommato abbastanza melodiche ed immediate, con ritornelli talvolta quasi radiofonici, vedi le orecchiabili “Devil’s daughter” e “No redemption”.
Il resto rientra nei canoni del genere, con riff granitici, mid-tempo bombastici ed assoli hard-bluesy brevi e tirati. Pezzi potenti come “Crackerman”, “Greed and power”, “Hellbound” e la sanguinosa title-track, fanno il loro dovere ed al massimo volume sono belle mazzate. Però la sensazione è che lo sfoggio di bicipiti e tatuaggi da galeotti mascheri una certa povertà di sostanza, un po’ come i bulli di paese che cercano d’intimidirti urlando come scimmioni ma al primo schiaffo ricevuto fuggono a casa. In più, la prestazione del vocalist lascia a desiderare, perché Seinfeld cerca di emulare l’ultimo Anselmo senza averne le caratteristiche.
Insomma, non un brutto disco ma neppure nulla di speciale, specie se si tiene conto del pedigree dei musicisti coinvolti. Che gli Attika7 pensino di cambiare qualcosa nella loro proposta, lo prova il fatto che all’indomani della pubblicazione dell’album la formazione è già completamente mutata. Prima è arrivato un secondo chitarrista, Zach Broderick (ex-Nonpoint), poi se ne sono andati Campos e Schoenhofer, sostituiti da Scott Reader (ex-Kyuss e quant’altro) e Tommy Holt. Quindi ci attendiamo sensibili progressi al prossimo capitolo.
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