Un po' di sana ed inossidabile R.W.O.H.M. (Revival Wave of Heavy Metal), che si tratti di una formazione di imberbi metalhead o di qualche vecchia gloria e qualunque siano i loro natali, non si nega certo a nessuno.
I
Dust Bolt sono al loro esordio e provengono dalla Germania, ma più che guardare ai loro
seminali e
soliti connazionali, puntano oltreoceano,
under the influence di gruppi come Exodus, Slayer, Dark Angel, Sacred Reich, Possessed o Sacrifice.
Riffs affilati, ritmica a martello ed un cantato abrasivo, il tutto dai tratti indelebilmente
eighties, così come l'immagine piazzata in copertina, che pur richiamando apertamente quelle realizzate da Ed Repka, è opera, non tra le migliori direi, di Andrei Bouzikov, già illustratore, tra gli altri, per Municipal Waste e Skeletonwitch. E, a proposito di citazioni, sulla conclusiva "Deviance" troviamo, come ospite, Derrick Green dei Sepultura, per quanto la sua presenza non riesca a far decollare il pezzo.
La registrazione dell'album non è invece affatto male e, se non esalta il suono della batteria, ha comunque il pregio di lasciar sprigionare l'energia del gruppo, che
spezza le catene e prova anche far danni al collo ed ai padiglioni auricolari degli ascoltatori, con nove canzoni discretamente realizzate (la slayeriana "March Thru Pain" la migliore), energiche ("Opulence Contaminated" è quella che pesta maggiormente) ed intrinsecamente (tutte quante!) dedite al
sano e vecchio Thrash Metal.
Mica vi sareste aspettati qualcosa di maggiormente originale, no?
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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