Come potete intuire benissimo anche voi guardando alla vostra sinistra, gli Unherz sono una band fortunata, e mi sa che lo hanno capito anche loro vista la scelta della copertina (o lo hanno fatto per provare a vendere di più?); fortunata perché nel 2010 erano riusciti a entrare nelle grazie delle Massacre Records con l’improponibile
Unherzlich Willkommen e nonostante i non proprio ottimi risultati raggiunti con il loro secondo album
Herzschlag continuano a restare nelle grazie dell’etichetta che qualche mese fa gli ha concesso anche il lusso di pubblicare un best of (ma stiamo scherzando? Ma non si trovava davvero nessun altro gruppo a cui concedere quello spazio?).
Adesso c’è chi questa fortuna purtroppo non ce l’ha, chi la butta nel cesso appena ne ha l’occasione, chi aspetta di farsi un nome che tanto poi vende lo stesso e chi come gli Unherz pian piano, un passo alla volta sembra impari a gestirsela e a non sprecare del tutto l’occasione, la terza nella specifico, bontà loro.
A metà tra l’essere spocchiosi o bonariamente cazzoni, questa volta riescono a raggiungere la decenza senza miracoli però: continuano a proporci il loro metal rockettaro e animato da una linfa punk come nei (quasi) discreti
“Schmerz Neu Definiert” - che potete ascoltare cliccando sul player in basso - e la successiva
“Mein Weg Mein Wille Mein Leben”, concedendosi anche di guardare verso nuovi orizzonti come nel caso di
“Paranoia” dalle venature oscure e una voce meno pulita o
“Nur Wenn Die Traeume Hast”, ballata dagli inserti simil-sinfonici che ritroviamo anche in “Seite am Seite”, la festaiola
“Leuchtfeuer” leggermente folk da cantare coi boccaloni pieni di birra e
“Alles Was Ich Will” per il finale in acustico.
Stavolta c’è quel qualcosa in più che gli vale almeno una sufficienza tirata, ognuno fa la sua parte e Felix al microfono riesce a districarsi tra le varianti stilistiche intraprese anche se tutte in una volta fanno perdere il bollore all’album.
Se vi avanza qualche euro e volete spenderlo per forza (ma proprio per forza!) prima di uscire dal sexy shop… ehm… dal negozio…
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