Eroded - Engravings of a Gruesome Epitaph

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:39 min.
Etichetta:Konqueror Records

Tracklist

  1. MURDEROUS UNIVOCITY
  2. GRUESOME TEXTURES OF FIRE
  3. BAPTISMAL EPITAPH
  4. A LIGHT AS CORRUPTOR MAGMA
  5. THOUSAND CULTS OF STERILITY
  6. GNOSTIC WOLVES
  7. ECPYROSIS
  8. CONTRIVED ABOMINATION (REWARD THY SERVANTS)
  9. PSALMS OF HATE

Line up

  • Carmelo: Vocals
  • Lorenzo: Guitars
  • Nicola: Drums

Voto medio utenti

Sempre di più la scena Death Metal italiana partorisce nuove e promettenti realtà. Dalla città di Alessandria ecco finalmente al debutto sulla lunga distanza, gli Eroded, dopo due demo (“Banner of the Unrest Exile” del 2006 e “Test the Grace Infliction” dell'anno successivo) ristampati in unica compilation nel 2009 dalla Konqueror records.

Con gli Eroded siamo in pieno territorio Old School di puro e incontaminato Swedish Death Metal di fine anni 80 (e primi 90). Gli albori del Death, con quelle atmosfere quasi oniriche che realmente sapevano di Morte, di Oscurità, sataniche fino al midollo e con quel suono di chitarre “a motosega”, ha sempre rappresentato, almeno per il sottoscritto, l'espressione massima del Death Metal. Ed è esattamente da quanto composto dai primi Dismember, Entombed, Carnage e Nirvana 2002 che questo “Engravings of a Gruesome Epitaph” prende spunto a piene mani.

A partire dallo splendido artwork e dal logo della band, per proseguire con tutte e nove le tracce che vanno a comporre questo debutto, ogni cosa rappresenta un tributo a quanto inciso in quegli anni nella penisola Scandinava e titoli come “Contrived Abomination”, “Murderous Univocity” o “A Light as a Corruptor Magma” ne sono un perfetto esempio.

Assoli che assomigliano a vere e proprie lame che lacerano carne, un growl cavernoso e inumano e tempi di batteria serratissimi alternati a rallentamenti profondi e cupi, sono i punti di forza che fanno di questo primo full lenght un lavoro magari non epocale, ma comunque ottimo sotto ogni punto di vista. Nonostante la voluta assenza di innovazione, “Engravings of a Gruesome Epitaph” risulta essere privo di scopiazzature da dischi di band maggiori, ma anzi, pregno di spunti originali e di brani interessanti, tutti ottimamente arrangiati, come la sulfurea “Baptismal Epitaph” o la conclusiva “Psalms of Hate”, lenta e catacombale, perfetta per chiudere un disco che sicuramente farà gioire tutti gli amanti di album come “Indecent & Obscene”, “Left Hand Path” e “Dark Recollections”.
Recensione a cura di Simone Carta

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