Invecchiare, in particolare nel mondo del
rock, è una faccenda piuttosto complicata, per i protagonisti e per la loro produzione musicale. L’entusiasmo iniziale può trasformarsi in logorio e manierismo e le stesse composizioni possono non sembrare più al passo con i tempi, risultando magari sempre belle, ma irrimediabilmente “datate”.
Niente di tutto questo è successo ai
Triumph e al loro scintillante repertorio, e sono sufficienti l’ascolto (e la visione … anche se la recensione riguarda solo il Cd, l’unico disponibile a livello promozionale, l’opera prevede anche un omologo DVD …) di questo “Live at Sweden Rock Festival” per rendersene immediatamente conto.
In questo modo gli estimatori dei formidabili canadesi potranno essere doppiamente soddisfatti: celebrare senza remore il ritorno dei loro beniamini in formazione originale dopo circa un ventennio e ritrovarli in un eccellente stato di forma all’eloquente “prova del palco”, una situazione in cui difficilmente si riesce a dissimulare con l’esperienza una mancanza di
autentico entusiasmo.
Ancora più importante, forse, è però l’impatto che un lavoro del genere può avere sui
rockofili meno avvezzi (i
die-hard fans sono certo l’avranno già prenotato …) all’arte straordinaria di chi pur avendo contribuito fattivamente alla genesi del concetto stesso di “hard melodico”, non ha probabilmente, almeno dalle nostre parti, avuto un seguito all’altezza del suo reale valore.
Ebbene, i siffatti
pusillanimi in questi solchi troveranno l’incontenibile vigoria espressiva di tre musicisti appassionati e “carichi”, oltre che incredibilmente competenti, alle prese con una serie incredibile di splendidi e avvincenti
Canzoni (la maiuscola non è un refuso …), come tali assolutamente impassibili al trascorrere del tempo e non solo perché stiamo vivendo in un momento storico benevolo nei confronti del “passato”.
Con i Triumph l’ardore dell’
hard rock britannico acquisisce una sensibilità melodica invincibile e diventa qualcosa di talmente coinvolgente e intenso che il suo valore appare inestinguibile almeno quanto il talento immenso di quelli che tale magnificenza l’hanno creata e che oggi ripropongono dal vivo al loro fedele pubblico con rinnovata energia, “rischiando” seriamente d’incrementare il numero di “forze alleate”, se solo ci sarà il giusto interesse per il prodotto in questione.
Sui contenuti specifici del disco che altro aggiungere? Forse solo segnalare le versioni monumentali di “Blinding light show” e “Rock n’ roll machine”, da affiancare alle impeccabili e appassionate esecuzioni di “Lay it on the line”, “Allied forces”, “Never surrender”, “Magic power” e “Fight the good fight” (roba da brividi assicurati …), rilevare la reazione calorosa della platea (oggetto di grande
invidia, davvero …) e sottolineare con un pizzico di personale rammarico la scelta di una
set-list che esclude completamente “Thunder seven”, un disco che verosimilmente avrebbe meritato qualche “citazione” in quest’occasione così importante.
E ora? Non resta che attendere che i Triumph ritrovino anche gli stimoli necessari per produrre qualcosa d’inedito, perché si ha sempre bisogno di gente capace di reinventare le matrici storiche della musica, rendendo il risultato un punto di riferimento per tutte le generazioni di
rockers.
P.S. ancora una piccola notazione, a beneficio dei
Triumph-addicted, che forse ho trascurato un po’ troppo … “Live at Sweden Rock Festival” non è “Stages” … non potrebbe esserlo e non vuole nemmeno entrare in concorrenza con quella
viscerale istantanea di vigore e di vitalità … tuttavia non sfigura nemmeno nei confronti di quel fuoriclasse, confermando che questi radiosi
canucks sanno ancora esprimere intatte tutte le loro eccezionali qualità anche nella “maturità” della loro esistenza.
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