Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:53 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. GOD SAVE LONDON
  2. BLITZKRIEG DEMONS
  3. THE IRON SAINT
  4. FOUR STARS OF HELL
  5. BASTOGNE
  6. GUADALCANAL
  7. THE WOLFPACK
  8. NORMANDY ANGELS
  9. RED SECTOR A

Line up

  • Phil Grasso: Bass
  • Greg Michalowski: Drums
  • Kevin Curran: Guitars
  • Mike Mooney: Guitars
  • John Falzone: Vocals

Voto medio utenti

... And the sanity assassin
Is coming down to steal your mind


No.

... Better watch out, cos I'm the Assassin
Better watch out, Better watch out, Assassin


Nemmeno.

Già, non siamo alle prese con i Nevermore o tanto meno con gli Iron Maiden, ma semplicemente di fronte agli statunitensi Steel Assassin, che ricordo ancor oggi per la loro "Executioner" sul sesto capitolo di Metal Massacre, la storica compilation della Metal Blade.

La copertina, foto, titoli delle canzoni, chiariscono subito che "WWII Metal of Honor" raccoglie e narra di avvenimenti e battaglie delle Seconda Guerra Mondiale, ma lo fa senza l'apparente animo guerrafondaio di altri gruppi (come riesce, ad esempio, ai Sabaton) sia nelle liriche sia nel mood musicale di un disco che si presenta bene e male allo stesso tempo: "God Save London" è un'opener invero efficace ma riecheggia un po' troppo "Abducion" (da "Tyranny of Souls" di Bruce Dickinson).
E' indubbio che la timbrica e l'approccio lirico di John Falzone (già al microfono dal precedente "War of the Eight Saints", album del loro comeback) siano dickinsoniani, comunque ben si incastrano in un tessuto musicale che non cade mai troppo nell'imboscata del più classico Power & Speed made in USA, ma che sa abbeverarsi ad influenze che possono essere ricondotte a quelle scaturite dal movimento della N.W.O.B.H.M. e non solo in debito con Iron Maiden o Judas Priest, come, infatti, ci ricordano le soluzioni Hard Rock di "Bastogne".
Forse dover star dietro al concept lirico ha, talvolta, portato gli Steel Assassin ad un songwriting non sempre spigliato e qualche canzone non scorre via con la necessaria efficacia, anche se alla fine l'episodio più avvincente è proprio la lunga, e ricca di pathos, suite "Normandy Angels".
Infine, per la cover piazzata in conclusione dell'album, a sorpresa vanno addirittura a pescare "Red Sector A" dei Rush, rendendo il meritato omaggio, con un'ottima interpretazione, ad un brano le cui liriche - sui campi di concentramento nazisti - si riallacciano ai temi di "WWII Metal of Honor".

Una vera Band of metal Brothers: bravi, ma - temo ora e sempre - ancora un gradino sotto formazioni come Jag Panzer, Iced Earth, Helstar, Vicious Rumors o Metal Church.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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