Una “atroce virtuosismo”? Raramente il nome di un gruppo descrive adeguatamente la sua proposta musicale, ma per i finlandesi Virtuocity possiamo fare un'eccezione. La band nasce da un'iniziativa del chitarrista Jaron Sebastian Raven, che sin da piccolo dimostra un grande interesse per la musica classica, rivelandosi un musicista poliedrico (flauto, chitarra, batteria). Trovati i giusti compagni di viaggio, Raven parte con i Virtuocity in un emozionante viaggio che lo porterà a fondere in un unico sound lo Speed Metal e le influenze classiche... peccato che un certo Yngwie Malmsteen ci fosse arrivato già una ventina di anni fa, e che nel 2004 la scena sia praticamente satura di gruppi di questo genere. E così, dopo un debut album (“Secret Visions”) che non è mai giunto nelle mie mani, i Virtuocity ci propongono il secondo disco della loro giovane carriera, “Northern Twilight Symphony” (e già il titolo è tutto un programma). Come ci si aspetterebbe da un disco prodotto dalla Spinefarm, la produzione è di buon livello ed estremamente pulita, anche se tende spesso a sacrificare il suono della chitarra di Raven (specialmente nelle ritmiche) in favore delle tastiere di Michael Thomas. Se è accettabile la prestazione strumentale del gruppo, non si può davvero fare a meno di notare la ripetitività e la totale assenza di originalità nelle tredici canzoni che compongono il platter, rendendo davvero impegnativo l'ascolto del disco dalla prima all'ultima track. “Northern Twilight Symphony” è un album noioso, privo di mordente e difficilmente in grado di soddisfare anche i fan più accaniti di Yngwie... Peccato!
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