Ascoltare
"The Truth of Ages" dei nostrani
Profezia vuol dire fare un tuffo nel passato, un tuffo nei primi anni '90, quando la Norvegia era scossa dal fenomeno del black metal che avrebbe pesantemente segnato la storia, musicale e non, di quella nazione e di tutta l'Europa.
I
Profezia suonano, dunque, old style, volutamente e fieramente ancorati ad un passato fatto di blast beat, blasfemia, violenza ed oscurità e non hanno alcun interesse di modernità o di rivoluzionare una proposta che, per loro, è perfetta così come è.
La musica del gruppo è fortemente influenzata dai
Darkthrone del periodo
"Transilvanian Hunger" per le parti veloci, e da quelli di
"Panzefaust" per le parti più rallentate e sulfuree che, a mio parere, sono quelle meglio riuscite e che meglio caratterizzano un dischetto davvero piacevole da ascoltare se si rinuncia alla originalità.
Un esame attento dei brani, cinque, ci mostra un gruppo che conosce bene la materia che suona e che sa destreggiarsi tra velocità folli e scream selvaggio componendo "melodie" occulte in grado di saper gelare l'animo dell'ascoltatore.
Certo, più di una volta siamo quasi al plagio delle partiture di
Fenriz e soci, ma, quando si suona una musica come questa, la cosa che conta più di tutte è l'attitudine e i
Profezia sembrano averne a tonnelate.
Ricordandovi che
"The Truth of Ages" viene rilasciato in versione CD, LP e Cassetta (underground puro d'annata!), vi consiglio di ascoltare le sue musiche malate e le sue atmosfere dannate, soprattutto se siete inclini a certe sonorità e nostalgici di un'epoca musicale ormai morta e sepolta.
Per fanatici.
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