Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:68 min.
Etichetta:Point
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SO EASY
  2. SO MUCH MORE
  3. LOST
  4. YOU ARE
  5. FEARLESS
  6. BELATED GIFT
  7. TODAY
  8. THROUGH MY EYES
  9. GIVEN-USED-FORGOTTEN
  10. THIS WORLD IS NOT FOR ME

Line up

  • Marco Gluhmann: vocals
  • Matthias Harder: drums
  • Sebastian Harnack: bass
  • Kay Sohl: guitars
  • Volker Sohl: keyboards

Voto medio utenti

Dopo gli Alias Eye il new prog tedesco ci regala un'altra perla di inestimabile bellezza, a due anni da "Artificial Paradise" ancora una volta i Sylvan ci stupiscono con una concezione ed uno stile personalissimo del ermine "progressive" applicato alla musica. Niente tastiere "a manetta", esagerazioni e "sboroni" strumentali, suites dalla durata chilometrica, ma una chiara e semplice ispirazione in primis dai Marillion del periodo Hogarth "Brave" e "Afraid of Sunlight" in particolare), poi Porcupine Tree, Pink Floyd, Echolyn, Fates Warning, Pain of Salvation, Camel, ecc..., tutto ciò servito in un piatto ricchissimo e per palati fini. Esemplare in particolare la prova vocale di Marco Gluhmann, molto più che convincente nel cantato inglese (a differenza di certi suoi colleghi, Everon tra i primi, che non riescono proprio a togliersi l'accento tedesco). Il sound è molto versatile e fortemente emozionale, con la chitarra a farla da padrona (una sorta di incrocio tra il miglior Steve Rothery, Gilmour e Andy Latimer, non scordando Steve Hackett). Quasi impossibile descrivere la bellezza, la grazia, la rabbia e l'intensità dei 10 brani, che raccolgono in sé tutto il meglio che il new prog ci ha saputo offrire in questi ultimi anni,si parte con la dolcezza raffinata di "So Easy" (il refrain è molto Marillion stile Hogarth, così come le chitarre, non manca un tocco di atmosfera che può rimandare ad "Ashes" dei Pain of Salvation, metteteci anche un po' di Porcupine Tree....), il finale è rabbioso ed urlato, poi interviene uno strepitoso solo di chitarra (ancora Marillion). Vi ho incuriosito abbastanza? Coraggio, era solo il primo brano, "So Much More" parte quasi sussurrata, poi un delicato tappeto di tastiere e un'atmosfera alla Porcupine Tree ci portano quasi in un'altra dimensione temporale e leggiadra, "Lost" è la prova che i Sylvan sanno destreggiarsi abilmente a 360 gradi, il sound è quasi grunge-nu-progmetal, l'intermezzo strumentale ha richiami nientepopodimeno che in "Monument" dei Fates Warning, le tastiere poi intervengono imperiose e solenni, mentre la voce di Marco dimostra di non avere limiti. In "Fearless" c'è un intro di basso che ricorda "Della Brown"(Queensryche), poi si trasforma in un ritmo quasi rap sincopato stile Red Hot Chili Pepper, il refrain invece è rabbioso in stile Metallica (ho perso il conto dei cambi di tempo e dei cambiamenti di voce di Marco), nella seconda parte l'atmosfera si fa più rilassata, quasi psichedelica (Porcupine Tree e Pink Floyd), il finale è in crescendo, con l'accompagnamento di chitarra in stile Camel-Pink Floyd. "Today" provocherà immensi orgasmi tra i fans di Steve Hogarth, qui l'intensità e la dolcezza della voce di Marco raggiungono il picco più alto, il brano è una sorta di incrocio perfetto tra la melodia di "Beautiful" e la grandiosità emozionale di "Afraid of Sunlight", con "Through My Eyes" si ritorna ad un ritmo più duro, tempi dispari cari a Fates Warning e Pain of Salvation (qui Marco si avvicina molto come voce a Gildenlow), non mancano anche ispirazioni Marillion nei momenti più calmi e melodici. I 13 minuti di "Given-used Forgotten" sono una gemma di infinito splendore e svariate sfaccettature, si parte da piano e voce, poi un guitar solo di chiaro stile Camel, melodie suadenti, ancora chitarre che irrompono improvvise, influenze Echolyn (qualcuno considera il loro "As the World" uno dei più bei dischi prog degli ultimi tempi? Complimenti!) e perché no anche un piccolo omaggio ai Genesis di "Dance on a Volcano" in una sorta di unione tra il prog più classico ed il new prog che è già parte della storia. La finale "This World is not for Me", seguito da "So Why I Have to Live" nel refrain è la degna conclusione, melodica e come al solito intensa ed emozionale, caratterizzata in parte da piano e voce, chiari riferimenti a Marillion ed Echolyn ma uno stile tutto "sylvianesco" ed un classico finale con assolo strappaapplausi di chitarra e voci di bambini accompagnate da pianoforte.
Mi inchino davanti a così tanta bellezza e varietà di stili, questo è il prog così come deve essere fatto adesso ed io vivo in questo mondo anche e soprattutto per ascoltare dischi come questo.
Recensione a cura di Carlo Viano

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