Copertina 8

Info

Demo
Anno di uscita:2004
Durata:61 min.

Tracklist

  1. SYNTHOWOMB
  2. PI
  3. HUMANICITY
  4. BABBA
  5. BABBA'S PROGENY
  6. HOUSE
  7. LET THE CHILDREN COME TO ME
  8. LAST LETTER
  9. TERMINAL SORROW
  10. SDRENOID

Line up

  • Matteo Bonazza: vocals, keyboards
  • Mauro Minelli: guitars
  • Davide Cotti: guitars
  • Alessandro Valle: bass
  • Stefano Vaccari: drums

Voto medio utenti

Nati nel 1999 con il monicker “Prophecy” e autori di un ottimo demo di metallo classico (“The Distance Behind”), questi cinque ragazzi bolognesi decidono nel 2002 di cambiare notevolmente le coordinate della loro proposta musicale, imboccando percorsi poco battuti dai gruppi italiani in questi anni, un mutamento che ha anche portato il gruppo a cambiare il proprio monicker nel simpatico “Prophexy”. Nasce così “Enforce Evolve”, un album autoprodotto di dieci pezzi, che ci presenta un Progressive Metal intricato e sperimentale, composizioni dalle strutture articolate e piuttosto complesse, che richiamano in alcuni punti i King Crimson, in altri i Fates Warning degli ultimi dischi. Per questo motivo il disco necessita di molti ascolti prima di essere apprezzato e capito davvero, anche se alcuni passaggi strumentali risultano comunque un po' troppo ostici e forzati. I Prophexy non puntano a melodie semplici e di facile assimilazione, nella musica di questi ragazzi bolognesi è evidente il tentativo di creare un sound personale e facilmente riconoscibile, e sicuramente con “Enforce Evolve” questo risultato è stato raggiunto. Il disco si apre con i refrain martellanti di “Synthowomb”, prosegue con l'eccellente “Pi” e la malinconica “Humanicity”; tocca poi alle melodie avvolgenti e schizofreniche di “Babba”, seguita da “Babba's Progeny”, potente e ricca di cambi di tempo, con una notevole prestazione di Matteo Bonazza, la cui voce ricorda il Lione degli esordi labyrinthiani. La cadenzata “House” presenta delle belle linee vocali, specialmente nel chorus, e un pregevole assolo di tastiera dal sapore jazz, mentre “Let the Children Come to Me” alterna ritmiche serrate ad aperture più ariose e melodiche. “Last Letter” ha un mood più rockeggiante, con un'ottima prestazione della coppia di chitarristi Minelli – Cotti, così come in “Terminal Sorrow”, che percorre interessanti percorsi thrasheggianti, con dei riff di pregevole fattura. Stupisce l'incredibile versatilità di “Sdrenoid”, l'episodio che chiude il disco, caratterizzato da molte atmosfere totalmente diverse tra di loro, amalgamate con notevole gusto. Ogni canzone di “Enforce Evolve” impressiona per l'ottima tecnica strumentale dei Prophexy, ogni membro della band dimostra una considerevole padronanza del proprio strumento (in particolare il bassista Alessandro Valle), e meritano anche una menzione i testi delle canzoni, in cui si può notare una dimestichezza con l'inglese che ho trovato in pochi altri gruppi italiani. Cosa si può migliorare in questo disco? Forse i Prophexy potrebbero puntare su pezzi lievemente più immediati e vari tra di loro: le parti strumentali sono a volte troppo intricate e rendono alcuni passaggi poco fluidi, specialmente all'orecchio dell'ascoltatore medio. Ottima la prestazione del singer Bonazza sulle note alte, un po' meno sulle tonalità più basse. Complimenti comunque ai Prophexy, “Enforce Evolve” è un album davvero fuori dal comune: lavorando sui pochi difetti che ancora hanno le canzoni, questa band potrebbe fare la felicità di ogni appassionato del genere!

Contatti: www.prophexy.com - info@prophexy.com
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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