Meno di venti minuti per l'esordio discografico degli irlandesi
Rex Shachath che si gettano nel mondo dell'estremo in musica con questo EP di sei brani, in realtà cinque più intro, che sarebbe benissimo potuto uscire nei primi anni '90.
Sin dalla copertina, infatti, è evidente l'amore che i nostri hanno per il
death metal di quel periodo storico e la loro musica ha dunque quel sapore old school che trova la sua ispirazione sia nella scena americana,
Autopsy su tutti, sia in quella europea, svedese in particolare.
Giudicare un lavoro del genere è molto difficile: troppo breve, troppo derivativo, troppo "fuori tempo", ma anche molto genuino, ben suonato e ben prodotto, almeno per il tipo di musica proposta.
Se siete amanti delle sonorità che vi ho indicato, se tutte le moderne evoluzioni in salsa deathcore vi fanno schifo, se amate questo suono marcio, sulfureo, grezzo che sa alternare, sapientemente, velocità e rallentamenti pachidermici, date una possibilità agli irlandesi.
Non aspettatevi, tuttavia, nulla che non abbiate già sentito.
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