Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:59 min.
Etichetta:Debemur Morti Productions

Tracklist

  1. HOSANNA
  2. THE ONLY GRAVE
  3. PRÆTERNIGMA
  4. DISQUIET
  5. ÆLIXIR
  6. HARKEN TO THE FLESH
  7. HALO OF LAMENTED GLORY
  8. WRITHES IN THE MURK

Line up

  • Matron Thorn: Guitars, Bass, Drums, Noise
  • Ascaris: vocals, saxophone, cello

Voto medio utenti

Esseri empi ed innominati si contorcono nell’ombra.
Non puoi vederli, non hai modo di percepirne gli spostamenti, non sai se si siano accorti o meno della tua presenza… eppure ogni minimo, impercettibile sentore di movimento intorno a te riesce a gelarti il sangue delle vene.

La musica degli Ævangelist è così: ti cinge pian piano, avviluppandoti in una cappa di oscurità subliminale e terribilmente concreta al tempo stesso.

Approcciarsi al loro nuovo Writhes in the Murk, sgombriamo subito il campo da eventuali dubbi, è esercizio arduo: bordate death si alternano a stacchi jazz (con tanto di assolo di sax sulla allucinata Ælixir), raggelanti sussurri convivono con un inumano growling, riff sghembi alla Portal si contendono la scena con altere parentesi dark ambient e martellanti iniezioni industrial… brani lunghi e aggrovigliati si dipanano senza apparente filo conduttore, in palese spregio alle regole della forma-canzone, sospinti unicamente dalla necessità insopprimibile di diffondere nell’aere il germe della malignità e della follia.

Questo, per quanto mi riguarda, è ciò che conta.
Il mezzo attraverso cui raggiungere il nobile fine, volendo entrare per un attimo nel dettaglio, appare congruo con l’evoluzione intrapresa dal fantastico Omen Ex Simulacra; lavoro in cui, come giustamente rimarcato dal “nostro” Emiliano Verrecchia (torna, ci manchi!), il duo statunitense abbandonava la folle spontaneità dell’esordio per abbracciare soluzioni più ragionate.
Writhes in the Murk, rilasciato da Debemur Morti a meno di un anno (!) di distanza dal predecessore, prosegue lungo lo stesso solco, ampliando ancor più l’arsenale sonoro a disposizione di Matron Thorn e Ascaris, anestetizzandone in parte le pulsioni violente ed incanalandole su binari d’inquieta introspezione.
Da ciò deriva un’esperienza uditiva davvero impegnativa, frammentaria, addirittura straniante in taluni frangenti. Sappiatelo: qua e là v’imbatterete in passaggi noise, ai limiti della cacofonia pura, che vi metteranno a dura prova. Inoltre, è bene sottolineare che una proposta di questo tipo necessita di tanta pazienza e di condizioni ambientali compatibili: fruitene alla luce del sole, a basso volume, mentre vi concedete una partitella a Piante Contro Zombi, e avrete sperperato ogni possibilità di farvela piacere.

La produzione, convulsa anzichenò, e il mixing, troppo penalizzante per sample e synth (ingredienti che ritengo di centrale importanza nella ricetta sonora dei Nostri), contribuiscono a rendere ancor più nitido l’alone d’imperfezione che circonda Writhes in the Murk.
Imperfetto, sì, eppur pregno di un fascino che poche opere al giorno d’oggi possono vantare.
Il fascino del Male, quello vero. Mica cotiche.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 set 2014 alle 08:38

Mi avevi già convinto alla prima frase.

Inserito il 23 set 2014 alle 00:27

Eh, vabbè, che gli vuoi dire a uno che scrive delle rece così? Grande Cafo, me lo vado ad ascoltare appena riesco \m/ Il precedente mi aveva proiettato in una dimensione parallela, vediamo se questo riesce a staccare un biglietto per un nuovo viaggio. P.S. Mi aggiungo all'appello per Emiliano <3

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