Pur essendo atterrati sul mercato discografico nel 2010 tramite un'autoproduzione non avevo mai sentito parlare di questi
Disintegrate, quintetto olandese che invece la sempre attenta
Massacre ha precipitosamente inserito nel proprio roster al fine di ripubblicare il loro esordio intitolato "
Parasites of a Shifting Future" per dargli una maggiore distribuzione e visibilità.
Per fortuna aggiungiamo noi dato che parliamo di un lavoro davvero molto interessante, dedicato al melodic death/thrash metal di una volta, scevro da componenti hard/metal-core e completamente basato su vecchie glorie come
In Flames, Kalmah ed Into Eternity, debitori di gran lunga agli insegnamenti degli
Iron Maiden, ai quali si ispira ogni loro assolo o lavoro chitarristico.
In effetti i
Disintegrate hanno il loro asso nella manica nel gusto melodico, rappresentato al suo apice dai bellissimi ed incisivi assoli, di vecchia scuola classica come detto, che adornano e stemperano il death metal leggerino ma efficace proposto dai cinque tulipani: come spesso accade in questi casi, quando il singer e tastierista
Danny Boonstra tace e lascia spazio alla musica, sembra proprio di ascoltare un vecchio disco dei Maiden che furono, ed il godimento è davvero tanto: leggermente anonima invece la prova vocale del nostro amico, che seppur eclettico tra scream e growl non possiede tonalità particolarmente significative e specialmente esclude clean vocals dalla propria prestazione, ed è un peccato poichè probabilmente le composizioni, già ottime di per sè, ne avrebbero giovato ulteriormente: ne è la prova la delicata "
The Subtle Decay" che si arricchisce di un cantato femminile molto affascinante.
La produzione, col mixing ed il mastering effettuato dal chitarrista dei connazionali
ReVamp Jord Otto, è decisamente all'altezza e, miracolo, non c'è nemmeno un brano degno di skip o sottotono: tutto funziona a perfezione, sia i momenti più tirati sia quelli più riflessivi e ritmati, e la voglia di rimettere su il cd appena terminato è molta, cosa che di questi tempi non capita spesso.
Siamo curiosi di ascoltare qualcosa di nuovo essendo questo disco del 2010 e quindi presumibilmente composto perlomeno nell'anno precedente, con la speranza che non sia l'ennesima formazione che abbagliata ed ammaliata dal proprio indiscutibile talento sciupi tutto in qualcosa di assolutamente pretenzioso e fuori luogo.
Per adesso ce li godiamo così, poi si vedrà.
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