Dopo "The Unspoken King" era davvero difficile anche per il fan più appassionato riuscire a pensare positivo circa il ritorno discografico dei
Cryptopsy: eppure il fuoco incrociato delle critiche di fan e stampa pare aver sortito effetto sul gruppo canadese, che per il suo ottavo disco in carriera
"Cryptopsy" mette in soffitta le influeze deathcore e pare tornare alle orgini della propria musica, ma senza perdere di vista il presente. Già dall'iniziale "Two-Pound Torch" si è travolti da una colata di death metal brutale e tecnico, con alcune soluzioni che paiono ricondurre e band come Cephalic Carnage e Aborted, soprattutto per quel che riguarda lo stile vocale di
Matt McGachy, veramente cavernoso e gutturale. Altri pezi come "Shag-Harbour's Visitors" o "Red-Skinned Scapegoat" (con tanto di intermezzo jazzato a mò di divertissement) sono caratterizzati da parti strumentali da mal di testa, ben accompagnate da un lavoro di batteria assurdo del mai troppo lodato
Flo Mounier (anche se l'estro di "None So Vile" è irripetibile), tra cambi di tempo improvvisi, groove, sprazzi di melodia e sfuriate brutali. L'impressione è infatti quella che i Cryptopsy abbiano attualizzato la loro proposta musicale, mantenendo l'impronta estrema degli esordi e arricchendola con spunti differenti che la loro grande tecnica permette di amalgamare in maniera coesa e consistente. "Amputated Enigma" e "The Golden Square Mile" sono due altri highlight di una tracklist che non presenta punti deboli per tutti i 34 minuti di durata. Certo il paragone con capolavori come "None So Vile" o "Blasphemy Made Flesh" o "Whisper Supremacy" si rivela assolutamente improbo per questo nuovo album, ma siamo certi che anche i fan della prima ora del gruppo sapranno trovare diversi aspetti positivi in questo "Cryptopsy". La produzione inoltre amplifica il potenziale distruttivo di questo disco, rendendolo un vero e proprio cazzotto in pieno volto.
Nella speranza che questo comeback ci riservi altre piacevoli soprese in futuro, non ci resta che suggerire l'acquisto di "Cryptopsy" ai fan della band canadese, ma anche agli amanti del death metal più tecnico, brutale e moderno.
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