In costante evoluzione sin dall'esordio del 1998, i tedeschi Agathodaimon tornano sulle scene con un disco che rompe un silienzio durato ben tre anni, per la precisione dalla release di "Chapter III". Sin dalle prime note di questo "The Serpent's Embrace" è palese quanto sia cambiato l'approccio della band alla musica; con il nuovo lavoro, infatti, gli Agathodaimon si distaccano definitivamente dal black metal tradizionale, modernizzando il proprio sound grazie ad una tastiera mai così "elettronica" e presente (forse anche invadente a tratti), e tentando persino la carta della ballad simil dark con "Solitude", brano cantato da Ophelia, singer che in passato aveva già collaborato con la formazione. Sempre in bilico fra nuovo e vecchio, la band si spinge verso lidi oscuri e malinconici senza dimenticare la propria anima metal, palese in brani come "Limbs Of A Stare" o "The Darkness Inside" (quest'ultima descrivibile come una sorta di mix fra In Flames e Sisters Of Mercy). L'ottima produzione conseguita ai Kohlekeller Studios (Crematory) mette in evidenza il lato più ritmico della formazione, mettendolo in contrapposizione con l'estrema fruibilità dei refrain, eseguiti con voce pulita dal leader Sathonys ed a tratti non troppo lontani dal pop più oscuro (qualcuno ha detto Muse?). Un disco volutamente "catchy", quindi, che però fallisce nel tentativo di mostrarsi originale a tutti i costi e rischia di alienare agli Agathodaimon la simpatia dei fan della prima ora.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?